Dettagli Recensione
Ritorno al passato: tra nostalgia e monotonia
Ennesimo romanzo autobiografico di Amélie Nothomb.
Stavolta peró non si tratta di una semplice rievocazione, ma di un vero e proprio viaggio di ritorno in quel passato, in quella sua amata vita giapponese tante volte raccontata nei suoi libri.
E leggendo "La nostalgia felice" il lettore stesso prova nostalgia, venendo catapultato, tramite poco piú di un centinaio di pagine in un solo volumetto, in tutti quegli intimi romanzi che l'autrice ha scritto nel corso di molti anni.
È inevitabile quindi pensare di ritrovarsi nei mondi di "Né di Eva né di Adamo", "Metafisica dei tubi", "Stupore e tremori": assistiamo infatti, in primis, alla riunione di Amelié con Rinri, il suo antico amore nipponico, e con Nishio - San, la tata che si occupava di lei da piccola. Incontri non privi di imbarazzo e mancanza di parole ma comunque piacevoli e commoventi.
Oltre ad essere un tuffo nel passato, peró, é anche un richiamo al presente, alla tragedia del terremoto di Fukushima e ai danni che ha arrecato, a un Giappone completamente moderno e diverso da come era un tempo.
Se non si conta il fattore nostalgico e la sublime capacitá di scrittura della Nothomb, il libro consta essenzialmente di un semplice elenco di incontri e spostamenti, che non emozionano e non coinvolgono tanto quanto potrebbe farlo un suo racconto originale con i rispettivi contenuti surreali e un po'più divertenti.
Da leggere solo se si é dei "Nothombofili" veterani e ferrati.
Indicazioni utili
- sì
- no