Dettagli Recensione
Istantanee di una vita
E’ Mankell, ma non è un giallo. E’ la sua vita. Un susseguirsi rapido, perché i capitoli sono brevi, ma fluente, perché i ricordi sono tanti, di istantanee, emozioni, ricordi, pensieri, idee. Il fattore scatenante, nonché l’incipit del libro, è un incidente che poi, casualmente, porta alla luce un male insidioso contro il quale lo scrittore intraprende una lotta e lì in mezzo, quando ancora non sa come andrà a finire e chi sarà il vincitore, a metà di questo guado, riaffiorano sprazzi di vita che sono il tessuto di questo libro. Sono le gallerie del suo palazzo della memoria. Scritte senza alcun ordine logico. Così come a volte anche a noi i ricordi riaffiorano alla mente. Lo stile è malinconico. Il ritmo è frammentato. Le emozioni si alternano a momenti più razionali. La carta vincente è che sono tutte cose vere e che i ricordi della sua vita, così come i libri, le immagini d’arte e la musica gli fanno allontanare i pensieri dalla malattia. La carta sorprendente è che nei ricordi che gli si presentano alla mente spesso lui stesso scopre qualcosa di inaspettato.