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La mia patria era un seme di mela
 
La mia patria era un seme di mela 2015-10-26 18:32:27 siti
Voto medio 
 
4.0
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
siti Opinione inserita da siti    26 Ottobre, 2015
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Letteratura e libertà

Il libro-intervista del Nobel per la Letteratura con Angelika Klammer pubblicato nel dicembre del 2014 da Hanser in Germania ,Mein Vaterland war ein Apfelkern (La mia patria era un torsolo di mela), vede ora la pubblicazione in Italia a meno di un anno di distanza ma col titolo leggermente modificato.
È una pubblicazione molto interessante sotto molti punti di vista. In primo luogo funge da lettura propedeutica agli scritti della Müller, permette poi di leggere una biografia che dà voce al microcosmo della minoranza tedesca in Romania e soprattutto smaschera gli orrori della dittatura di Ceausescu , incredibilmente celati, distorti o negati ancora oggi dalla trasformista e rampante borghesia.
La conversazione segue il criterio cronologico per cui si conosce l’autrice bambina, immersa in un villaggio sperduto del Banato rumeno, chiuso e statico da secoli, lacerato dalla storia che lo invade con il peggio di sé: le due guerre, orribile la seconda per l’infausta posizione della minoranza tedesca, la fascistizzazione voluta da tutti, respirata ma sempre negata, la dittatura fascista di Antonescu, l’antisemitismo e i campi di concentramento in Transnistria, il capro espiatorio cercato nella minoranza tedesca, il socialismo, le deportazioni, l’infinita dittatura di Ceausescu.
Alla crescita della bambina abbandonata a se stessa, nata a tre anni di distanza dal rientro della madre dalla deportazione, contraddistinta da una fervente immaginazione e da un disperato animismo, segue il trasferimento in città, lo studio, la giovinezza per giungere quasi repentinamente all’esordio letterario con Bassure, al lavoro di traduttrice e al periodo più buio della sua vita. Gran parte delle domande permettono il racconto delle angherie della Securitate, la descrizione degli stati d’animo di un perseguitato politico e la difficoltà di gestire la notorietà dovuta ai suoi scritti per l’esposizione internazionale che gliene deriva. Su tutto trionfa l’alchimia fra la vita e la parola, il torto e la scrittura, la verità e la letteratura permettendo a questa donna profondamente libera di vivere, sopportare, metabolizzare l’assurdo di una dittatura e della conseguente perdita di libertà. Trionfa il potere della parola investita di un plus metaforico derivato dalle immagini suggerite dai detti e dai modi di dire rumeni, scritti però in tedesco.
Molte domande fanno aperto riferimento alle diverse opere :Il paese delle prugne verdi, L’altalena del respiro,Oggi avrei preferito non incontrarmi e danno la possibilità di approcciarsi alle tematiche trattate e allo stile dell’autrice. Non avendo mai letto una sua opera, personalmente sono rimasta affascinata dalla persona, dalla donna, dal potere immaginifico della sua parola, certamente curiosa e ben disposta verso la sua opera. Leggere questo libro penso possa essere d’aiuto per la contestualizzazione di una scrittura da molti ritenuta né semplice, né piacevole. Ne consiglio indubbiamente la lettura a tutti gli appassionati di biografie, di storia, di letteratura e naturalmente agli estimatori della Müller.

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Commenti

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Bel commento, Laura. Io ho letto Il paese delle prugne verdi, una lettura piuttosto difficile e onerosa, ma sicuramente interessante anche per lo stile...
siti
26 Ottobre, 2015
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Grazie Anna Maria, penso che leggerò presto qualcosa. Confermi l'impressione avuta da questa lettura, però i libri così sono sempre una bella sfida!
Ciao Laura.
Ero curioso di ascoltare pareri su questo libro, dopo aver letto la recente intervista rilasciata dall'autrice, di cui non ho ancora letto nulla. Il tuo bel commento induce a leggere qualche opera della scrittrice, senza aver idea su quale potrebbe essere il testo giusto con cui iniziare.
In risposta ad un precedente commento
siti
28 Ottobre, 2015
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Ciao Emilio, io inizierò Con Bassure, il primo, per il resto ho capito che tutte le opere tracciano un percorso mnemonico ( per immagini, visioni, vissuti) e autobiografico anche se non sempre in modo diretto, anzi prevalentemente in modo indiretto ( uso di personaggi). L'unico che si discosta dovrebbe essere L'altalena del respiro che racconta l'esperienza nel Lager di Oskar Pastior che prima di morire scriveva con lei questo memoriale, divenuto poi scritto romanzato.
Grazie, Laura.
non dubito che la persona sia interessante, come si deduce bene da quello che scrivi...tuttavia le opere dell'autrice non mi entusiasmano...non mi sembra una scrittrice eccelsa rispetto ad altre...ma magari è colpa mia proverò a rileggere qualcosa.
In risposta ad un precedente commento
siti
04 Novembre, 2015
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Ciao Augusto, sempre interessante il confronto, non avendo letto niente non posso che esprimere la mia intenzione di lettura e la curiosità verso l'autrice.
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