Dettagli Recensione
From lost to found
Wild è il racconto autobiografico di Cheryl Strayed e del suo viaggio a piedi, in solitaria, lungo il Pacific Crest Trail, un sentiero escursionistico lungo 4286 km che ha come capolinea meridionale il confine tra Stati Uniti e Messico e quello settentrionale sul confine tra Stati Uniti e Canada. In mezzo monti, fiumi, laghi, foreste. La natura selvaggia.
Nonostante i suoi 26 anni Cheryl ha già vissuto molte esperienze che in una persona “comune” spesso capita si spalmino in un arco temporale ben più dilatato. Ha sperimentato l’abbandono del padre, un’infanzia non del tutto serena, un matrimonio, la morte prematura della madre malata di cancro, un divorzio e la caduta nella spirale della droga e del sesso occasionale. Direi un bel concentrato di emozioni/esperienze che non fanno altro che distruggere il suo precario equilibrio. Arrivata ad un punto che per molti può essere di non ritorno, la protagonista decide invece che è il momento di dire basta, di riemergere da quel limbo in cui si era relegata cercando di rifuggire il dolore e in lei si affaccia l’idea di imbarcarsi in questo viaggio nella natura, un viaggio che a questo punto diventa non solo fisico ma anche spirituale.
Cheryl parte da sola, a piedi, con l’unica compagnia di “Mostro”, il nomignolo da lei affibbiato al suo enorme zaino. Mostro pesa tanto, è un fardello che lascia delle tracce dolorose sul suo fisico già provato dalla fatica, ma a ben vedere il peso più grande è quello che lei si porta dentro: il lutto irrisolto della madre, la sofferenza per un nucleo familiare disgregato, per la fine del suo matrimonio.
La protagonista ci porta con sé nel suo viaggio nella natura, che ci sembra di veder materializzata davanti a noi per via delle dettagliate descrizioni che ci vengono offerte, e utilizza una prosa semplice ma allo stesso tempo ricca di profondità. Assistiamo all’evoluzione di Cheryl che, così come si abitua un po’ alla volta al peso dello zaino (anzi a sentirlo ormai come una parte di sé) riesce anche a metabolizzare la morte della madre e capisce che la sofferenza fa parte della vita ed è un tipo di emozione che non ha senso escludere in quanto nel bene o nel male ci porta ad essere dove siamo e come siamo. Alla fine del suo viaggio Cheryl è pronta a lasciare lo zaino ma porterà sempre con sé il ricordo di quello che il Pacific Crest Trail ha fatto per lei, anche se per anni non è stata sicura di quale sia stato il vero senso del viaggio. Più che la strada percorsa, di quanto si è andati lontano, della gente incontrata sul nostro cammino, dei pericoli corsi per arrivare al traguardo, il valore del viaggio sta in fondo nel superare le nostre paure, mettersi alla prova e tornare più forti di prima.
Wild è una storia di fuga e rinascita, di paura e coraggio. La scrittura è intensa, come la vicenda che racconta, in quanto vissuta in prima persona. Dalla lettura emergono con forza il fascino degli spazi incontaminati e la fragilità della condizione umana di fronte ad essi. Allora la nostra sofferenza sembra nulla in confronto alla vastità dell’universo. E in quella immensità quasi sacrale Cheryl riconosce che è la vita stessa ad essere sacra e “come tutte le vite, misteriosa e irrevocabile”. La vera sfida adesso è vivere!
Indicazioni utili
Commenti
2 risultati - visualizzati 1 - 2 |
Ordina
|
2 risultati - visualizzati 1 - 2 |