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Petronille
 
Petronille 2015-06-13 07:35:53 mia77
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mia77 Opinione inserita da mia77    13 Giugno, 2015
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Pétronille di Amélie Nothomb

È il secondo libro che leggo di quest'autrice particolare e affascinante; due libri di generi diversi, ma altrettanto interessanti. Questo è la storia di una strana amicizia tra due donne, due scrittrici di provenienza opposta: l'una è Amélie, aristocratica figlia di un diplomatico, la quale trascorre la sua vita fino ai ventun anni fra ambasciate, ambasciatori e cene di rappresentanza. L'altra, Pétronille, una proletaria figlia di gente di sinistra, con tutte le implicazioni del caso.
Cosa può accomunare due donne così diverse? L'amore per la scrittura ( "Al riparo dietro la carta, riesco a liberarmi dal mio eccesso di emozione") e quello per lo champagne ("... La felicità mi riempì la bocca...") consentono loro di incontrarsi svariate volte, in diversi periodi della loro vita, per condividere dei momenti di svago, cultura e bevute.
Interessanti il fascino e l'ammirazione che ciascuna delle due ha sull'altra per le doti intellettuali che la contraddistinguono, che tentano di superare la barriera sociale che le vorrebbe divise. Soprattutto Amélie, dall'alto della sua aristocrazia, che non vorrebbe dimostrare ma suo malgrado ostenta in ogni atteggiamento, è affascinata dall'amore per la cultura di Pétronille, nonostante la sua provenienza proletaria, che la vorrebbe trascinata in giù, verso una vita "bassa" e scialba ("la guardavo con la stupida ammirazione che hanno quelli della mia specie quando incontrano un autentico proletario"). Soprattutto Amélie, in alcune occasioni, mi ha fatto sorridere per il tentativo malriuscito di avvicinarsi alla vita plebea. Notiamo la loro diversità, però, nell'atteggiamento che ognuna ha con la scrittura: Amélie per tutta la vita può permettersi di vivere di scrittura, perché non ha problemi economici; Pétronille, invece, fra un libro e l'altro vive quasi di stenti (arriva a fare la tester di medicinali e dimostrazioni di roulette russa a pagamento per guadagnarsi il pane). Anche se, verso la fine del romanzo, capiamo che ciò che la spinge a fare queste cose, oltre al bisogno, è l'amore per il rischio ( "E se Pétronille si metteva in pericolo fino a quel punto, era per conoscere quell'esaltazione suprema, quella dilatazione estatica del sentimento dell'esistenza"). Alla fine della lettura ho trovato questo secondo romanzo della Nothomb interessante (mi hanno sempre affascinata le persone che riescono ad affiancare al loro lato "alto" e intellettuale, delle caratteristiche "basse" che le avvicinino anche alla carne, alla loro natura umana e terrena) e ho intenzione di approfondire la conoscenza di questa scrittrice molto particolare, quindi lo consiglio.
Alcune frasi o espressioni che mi sono piaciute, oltre a quelle già citate:
"L'ascesi è un mezzo istintivo per creare in sé stessi il vuoto indispensabile alla scoperta scientifica"; "Mi piaceva che rivolgessero al mio bicchiere uno sguardo di cupidigia, a patto che non fosse troppo insistente"
"Passare da un incontro sulla carta a un incontro in carne e ossa significa cambiare dimensione... Spesso vuol dire operare una regressione, scadere nella banalità"; "In fondo, aveva ragione. Bisognava forzare il destino. Se fosse dipeso dal mio spirito d'iniziativa, non sarebbe successo mai niente, nella vita".

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