Dettagli Recensione

 
E tu non sei tornato
 
E tu non sei tornato 2015-05-09 15:57:00 Mario Inisi
Voto medio 
 
5.0
Stile 
 
5.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
5.0
Mario Inisi Opinione inserita da Mario Inisi    09 Mag, 2015
Top 10 opinionisti  -   Guarda tutte le mie opinioni

L'olocausto

Il libro (100 pagine) è scritto in prima persona da Marceline che si rivolge a un ascoltatore che non è il lettore ma il padre morto ad Auschwitz. Il libro è intriso di nostalgia come si può ben intuire dal titolo. Ma Marceline non è donna da piangersi addosso, da lasciarsi abbattere dalla violenza altrui. La testimonianza colpisce per la sua forza e anche per la ferrea volontà dell'autrice di rimozione. I suoi ricordi non sono precisi e dettagliati come quelli di Primo Levi. Marceline descrive alcuni episodi ma senza l'intento di ricordare le violenze subite. Quelle la sua mente ha bisogno di cancellarle. Si attacca invece ai ricordi dei gesti di umanità e di solidarietà. Stranamente tra i ricordi che la tormentano ci sono le violenze di cui si sente lei stessa colpevole come quando ha dovuto spingere una ragazza assieme alla quale trasportava un oggetto pesante e la ragazza è morta, non certo per colpa sua.
Marceline nella sua lunga prigionia si attacca alla vita, così tanto da non sopportare quasi le parole d'amore di suo padre che la feriscono perchè minano la sua capacità di tagliare tutto il mondo fuori per resistere al male. Il libro, questa specie di lettera, la riesce a scrivere solo a distanza di anni, anni, e anni quando la rimozione si allenta e alcuni ricordi tornano a galla. Colpisce il risentimento verso la Francia colpevole di aver dato agli ebrei il bacio di Giuda per poi consegnarli al loro terribile destino. Colpisce la difficoltà del ritorno a casa dove nessuno vuole accettare il suo carico di ricordi nè sentire parlare dei campi, il senso di colpa di chi non è stato lì e cerca la morte perchè incapace di sopportare di non aver condiviso il destino dei cari. Stranamente anche per Marceline (due tentativi di suicidio) sopravvivere è più difficile a casa che nei campi. Come non pensare anche a Primo Levi? Di fronte a una testimonianza simile i criteri di giudizio sul testo letterario crollano. Dico solo che ne consiglio la lettura e che il testo non vuole essere strappalacrime anche se alla fine fa quell'effetto proprio perchè è molto diretto e sincero.

Indicazioni utili

Lettura consigliata
Consigliato a chi ha letto...
Primo Levi
Trovi utile questa opinione? 
220
Segnala questa recensione ad un moderatore

Commenti

5 risultati - visualizzati 1 - 5
Ordina 
Per inserire la tua opinione devi essere registrato.

Bravo Mario. Una segnalazione molto interessante.
Molto molto interessante.
Ho avuto il libro in regalo da ibs in cambio di una rece sull'incipit. Non so se ancora lo danno.
La citazione è interessante. E lo è la tua disamina su convergenze e divergenze rispetto a Primo Levi.
Grazie
5 risultati - visualizzati 1 - 5

Le recensioni delle più recenti novità editoriali

Il dio dei boschi
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Il sistema Vivacchia
Valutazione Utenti
 
4.5 (1)
Il passato è un morto senza cadavere
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
La mano dell'orologiaio
Valutazione Utenti
 
4.3 (1)
L'ora blu
Valutazione Utenti
 
4.5 (1)
Malempin
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Morte in Alabama
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
La città e le sue mura incerte
Valutazione Utenti
 
3.0 (1)
Per sempre
Valutazione Utenti
 
3.3 (1)
Lo spirito bambino
Valutazione Utenti
 
3.0 (1)
Fumana
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)
Liberata
Valutazione Utenti
 
4.0 (1)

Altri contenuti interessanti su QLibri

Triste tigre
Il mio sottomarino giallo
Psicopompo
Un'estate
Le schegge
Perdersi
Dipendenza
Gioventù
Infanzia
Nuoto libero
Il ragazzo
Gli anni
Le inseparabili
Abbandono
Chiamate la levatrice
Un pollastro a Hollywood