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Fa anche le bollicine
Il romanzo racconta l’amicizia tra Amelie e la più giovane e meno famosa collega scrittrice, inizialmente solo sua lettrice, Petronille Fanto. Le due donne sono due persone particolari: Amelie è stravagante e Petronille ha caratteristiche e soprattutto modi di fare e aggressività tipicamente maschili. L’amicizia tra le due donne è basata sullo champagne ma soprattutto sull’intelligenza e sul dialogo brillante e sull’amore per la letteratura; è un rapporto molto cerebrale. A tratti si intuisce in Petronille un disagio che non è mai approfondito e a cui non viene dato un nome. Si potrebbe immaginare un’attrazione sentimentale di Petronille verso Amelie (ma di questo non c’è traccia nel romanzo, è una mia fantasia). Il rapporto tra le due donne è cameratesco e basato sull’essere entrambe intelligentemente sopra le righe, sul fatto che l’una intrattiene l’altra. L’autrice scandaglia nel suo modo brillante la superficie delle cose ma non entra nell’animo e nei conflitti interni. In ogni circostanza quando può media nel suo modo diplomatico cosa che deve esserle entrata nel sangue dalla famiglia.
Il romanzo non è né brutto né noioso (anche perché breve) ma nel complesso abbastanza insignificante. Credo che Amelie abbia scritto cose più interessanti anche se non le ho lette: romanzi come Mercurio di cui ho visto le Q recensioni mi sembrano più promettenti. Non conosco bene l’autrice ma credo che l’opinione che ha di lei l’amica Petronille sia abbastanza giusta: Amelie riesce a campare di scrittura perché è lei stessa un personaggio per cui la gente compra qualcosa che va al di là del romanzo con i suoi libri. E mi pare che Amelie lo sappia benissimo avendo proposto al suo editore un manoscritto del genere, brillante ma poco consistente.
Purtroppo, non conoscendo altri romanzi di Amelie non posso dare consigli ma se dovessi comprare qualcosa di lei non comincerei da questo romanzo. Questo è riservato ai fans, a quelli che sono a caccia di particolari della sua vita, che vogliono conoscerla dietro le quinte, magari quando scrive la mattina con il suo terribile pigiama arancione. Ma devo dire che Amelie riesce a dire molto poco di sé. Dà notizie amene come il colore e il modello del pigiama ma niente che la riguardi veramente.
“Quanto a me sul fondo del canale, da bravo cadavere, medito e traggo da questa faccenda insegnamenti che non mi serviranno a niente. Pur sapendo perfettamente che scrivere è pericoloso e che si rischia la vita ci casco sempre.”
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Come lettore, il mio incontro con l'autrice è stato di grande delusione; e non sento alcuna esigenza di riprovare con un altro suo libro.