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Caduta nel vortice della mente
Instanbul ottobre 1970; un giovane americano, Billy Hayes, viene intercettato all’aeroporto, poco prima di imbarcarsi sul volo che lo riporterà in patria, con due chili di hashish mal nascosti intorno al torace.
Quindi è subito arrestato e, nonostante l’intervento immediato del console statunitense e del padre del giovane, viene processato per direttissima e condannato a una pena di quattro anni e due mesi per possesso di stupefacenti; tale pena, a poche decine di giorni mancanti alla liberazione, a richiesta del pubblico ministero, è inasprita dall’alta corte di giustizia di Ankara e tramutata in ergastolo, poi ridotti a trent’anni, cambiando la motivazione da detenzione a contrabbando e traffico di stupefacenti.
Con questa condanna esemplare, il cui capro espiatorio è il protagonista, il governo turco vuole inviare un segnale forte al mondo occidentale di quanto è intenzionato a combattere lo spaccio di droga.
Billy viene rinchiuso nello spettrale e inquietante carcere di Sagmacilar dove deve affrontare condizioni di sopravvivenza in un ambiente in cui alberga la violenza, la corruzione, la brutalità efferata da parte sia delle guardie sia degli altri detenuti. La vita umana non ha più valore e le continue vessazioni di carattere fisico e psicologico riducono il reale attore della vicenda a una larva le cui capacità mentali degradano in modo inverosimile fino al punto di essere condotto in una particolare sezione del carcere adibita agli insani di mente; la situazione degenera giorno per giorno, la lucidità mentale è annebbiata, si perde il concetto del trascorrere del tempo e si vive in una dimensione surreale in cui gli uomini sono automi che seguono un’assurda routine giornaliera e sono abbandonati ai loro deliri. Si ha la sensazione di essere avvolto in una spirale che non permette di rendersi conto della realtà dove la razionalità è oramai una meteora. Nulla appare più possibile ma in un momento di lucidità Billy riesce, in maniera rocambolesca e con molta fortuna, dovuta a circostanze che si presentano una sola volta in tal contesto, a evadere dall’inferno e poter rientrare, dopo essere riuscito ad attraversare il confine con la Grecia e dopo un lungo viaggio, in patria accolto miracolosamente dai propri cari.
Una storia vera in cui vengono raccontati, con dovizia di particolari, tutti gli accadimenti e le vicissitudini subite dal Nostro ma anche un libro-denuncia del sistema carcerario turco degli anni settanta, dove le condizioni di sopravvivenza sono ridotti ai minimi termini.
Fuga di mezzanotte è principalmente fuga dalla follia e dall’aberrazione e dalla nefandezza cui si può sottoporre un essere umano.
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Ferruccio
Ferruccio
Certo l'uomo ha sempre delle riserve ... a sorpresa?
Ferruccio
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