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Viaggio nella memoria
Peter Lantos prima che autore è un medico specializzato in malattie neuro-degenerative.
Ungherese di nascita e inglese d'adozione, ha raccolto la storia della sua vita e della famiglia nel volumetto intitolato “Tracce di memoria”.
Il dottor Lantos ha vissuto da bimbo la deportazione a Bergen-Belsen ed in altri campi di lavoro insieme ai genitori; la sua tenera età ha fatto in modo che tanta parte delle immagini e dei ricordi si sfumassero, perdessero consistenza. Nasce quindi il desiderio di consolidare i frammenti del passato scrivendo una sorta di diario di ricostruzione per non perdere memoria di quelle tracce sbiadite che sono pezzi di vita.
Lantos sembra lontano da certi intenti e circuiti editoriali speculativi, la sua narrazione è avulsa da istinti rabbiosi e spettacolari; si percepisce la voce di un uomo che voglia riunire i pezzi di puzzle disgregatosi nell'età dell'infanzia, età in cui gli eventi si subiscono, età in cui il calore familiare è tutto.
Peter ha perduto la sicurezza del nido familiare a sei anni, affrontando una mutilazione ed un trauma che il tempo non può sanare; tuttavia la sua voce, pur riportando alla luce eventi storici aberranti quali le persecuzioni razziali e l'olocausto, rimane composta, instaurando un dialogo col lettore alquanto pacato, privo di spunti di odio e vendetta.
Oltre a qualche breve accenno alla vita da deportati, di cui la scarsa memoria ha fatto sì che egli attinga ad altre fonti, tanta parte del racconto parla del paese natale e delle sorti dell'Ungheria durante il secondo conflitto mondiale e anche dopo. Una storia politica complessa di cui c'è tanto da raccontare.
E' una lettura che va affrontata per il valore umano del suo contenuto, per ascoltare ancora una volta una storia “particolare” che costituisce un tassello della Storia mondiale “generale”.
Narrazione scorrevole e gradevole per scrittura, fanno del diario di Lantos un momento di riflessione e di conoscenza adatto a qualsiasi genere di lettore.
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Commenti
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Come nel tuo caso, anche questo autore mi impressiona per la pace interiore che ora sa trasmettere , senza rivendicare odio o provocazioni...
Ciao, Pia
Nessun tentativo, da parte del medico, di ricorrere alla tecnica dell'ipnosi per il recupero del ricordo?
@Pia: non conosco l'autore che stai leggendo, ho letto tanto sull'argomento e spero di leggere presto il tuo commento a Vancini.
@Laura: trovo sia un testo adatto a partire dalla giovanissima età; per quanto concerne l'ipnosi, Lantos non ne fa alcun accenno, piuttosto ammette di aver fatto ricorso a tutta la documentazione esistente sui luoghi in cui è stato costretto a vivere con i familiari, oltre a numerosi viaggi tra Ungheria, Austria, Germania.
Avendo pochissimi ricordi sui lager, il suo racconto spazia dall'infanzia all'età adulta.
Enrico Vanzini ha scritto un libro che è una preziosità...lui ha vissuto in prima persona la barbarie umana...non lo puoi perdere tu che sei appassionata di storia.
Pia
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