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il bambino soldato di Varsavia
Questo è il diario autobiografico di un bambino polacco. Andrew ha 11 anni e vive in una cittadina di provincia la sua infanzia tranquilla, agevolata da qualche privilegio dovuta alla posizione sociale del padre, colonnello dell’esercito. Tuttavia una terribile tempesta sta per sconvolgere completamente la sua vita e quella dei suoi famigliari. I tedeschi, nel settembre del 1939 invadono la Polonia e in poche settimane sconfiggono il suo esercito troppo inferiore dal punto di vista militare. Mettendo in pratica il patto Molotov-Ribbentrop, talvolta chiamato patto Hitler-Stalin intanto anche i Russi conquistano vaste parti del territorio polacco attaccando a tradimento il Paese alle spalle. Nel 1941 questo patto decade a causa del tradimento, questa volta subito dai Russi da parte dei Tedeschi i quali, a loro volta, invadono la Russia.
In un crescendo di drammaticità Andrew (Andrzej) tra lezioni private di francese e di tedesco e l’impotente odio verso l’invasore sopravvive a stento alle terribili esperienze della guerra. A 13 anni Andrew s’iscrive nei Ranghi Grigi, una formazione giovanile paramilitare polacca incaricata di fare da staffette per la resistenza. La morte del padre lo spinge a raggiungere la madre a Varsavia, ove ormai 15 enne riesce a farsi accettare dalla resistenza polacca. In vari episodi rischia drammaticamente la propria vita ma, grazie in particolare alle lezioni di tedesco ricevute dal padre, riesce sempre a sopravvivere. Il 1 agosto del 1944 scoppia la rivolta di Varsavia. Gli scontri d’inaudita ferocia coinvolgono tutta la città e anche il giovanissimo Autore del libro che non ancora sedicenne si ritrovò con un fucile in mano per difendere la propria vita e il proprio Paese. In 2 mesi d’agonia Varsavia è distrutta dai combattimenti e dai bombardamenti tedeschi. L’esercito russo fermo sulla sponda opposta della Vistola rimane spettatore della tragedia, fermo per ordine di Stalin. Le vittime stimate sono 220.000. Andrew negli ultimi giorni di combattimento, poco dopo aver compiuto i 16 anni viene ferito e catturato. Fortunatamente, grazie all’abilità politica del comandate polacco, il generale Tadeus Komorowski, viene riconosciuto ai combattenti polacchi lo status di prigionieri di guerra e il giovane Andrew riesce anche questa volta a sfuggire alla morte che generalmente toccava ai partigiani catturati dai tedeschi. Alcuni mesi di campo prigionia sono trascorsi esercitandosi a parlare le varie lingue europee aspettando l’inevitabile liberazione da parte dell’esercito americano che sta avanzando.
Andrew pensa anche di proseguire a combattere, questa volta contro i Russi, responsabili a loro volta di stragi (Katyn è l’esempio più famoso ma non certo l’unico) e deportazioni di decine di migliaia di polacchi. Tuttavia il Win (il ricostituito Esercito Nazionale) dopo alcuni scontri iniziali contro i sovietici abbandona la lotta armata.
Il lento rientro alla vita, la ricongiunzione con la famiglia, miracolosamente scampata agli eccidi (che erano costati il 21% della colazione della Polonia, ovvero più di 6 milioni di persone). Poi ancora la fine degli studi liceali a Londra e una laurea in giornalismo alla Columbia University di New York. Andrew ritorna alla vita…
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