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Appunti di un giovane medico
 
Appunti di un giovane medico 2014-05-29 07:02:12 aislinoreilly
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aislinoreilly Opinione inserita da aislinoreilly    29 Mag, 2014
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Scienza e fantasia.

Sono di fronte ad un altro scritto di questo autore e al solito sono rimasta molto soddisfatta. Piccola panoramica su questo caro signore: Michail Afanas'evi? Bulgakov nasce il 15 maggio 1891 a Kiev e muore il 10 marzo 1940 a Mosca. Nel 1916 si laurea in medicina e viene subito spedito a Nikol'skoe nel governatorato di Smolensk, come dirigente medico dell'ospedale del circondariato. In questo periodo scrive "Appunti di un giovane medico" ma pare che sia piuttosto una cosa postuma, visto che tra visite e operazioni (come lui racconta), non dovrebbe aver avuto troppo tempo per dedicarsi alla narrazione. Dopo aver aperto uno studio di dermatosifilopatologia a Kiev (siamo nel 1918), assiste a diversi sovvertimenti politici ed eccoci qui che abbandona la carriera medica [dice che come pubblico ufficiale fosse troppo soggetto al potere politico]. Il resto poco ci interessa (vabè, Stalin lo apprezzava ma non voleva che uscisse la territorio russo nemmeno per andare dai fratelli in Francia), almeno ai fini della comprensione di questo libro.
Questo libro è una sorta di autobiografia in 7 racconti. Per l'appunto, il protagonista è un giovane medico (Bomgard) che viene mandato in un ospedale sperduto a svolgere tutte le mansioni possibili immaginabili, con l'aiuto di pochi infermieri e altri figure professionali. Il celebre racconto che si può facilmente trovare anche pubblicato singolarmente, è "Morfina". Pare che lui stesso sia stato per un periodo un morfinomane ma non ho trovato nulla che confermasse effettivamente questo dato.
Comunque, li ho apprezzati tutti questi "capitoletti", ti catapultano nel mondo ospedaliero caotico e ricco di imprevisti. Quando si arriva a leggere "La tormenta", ci si sente quasi i brividi di gelo sulla schiena e con un po' di fantasia, si potrebbe sentire anche l'ululare del vento al di là delle finestre. Si prova tutto con questo libro: la paura di un medico inesperto faccia a faccia con la cruda realtà dell'ospedale di campagna, il freddo e la solitudine di stare in un posto isolato dal mondo dalla neve gelida, per poi finire con la tranquillità che l'esperienza porta con sé e la terribile storia di una dipendenza senza via d'uscita. Ovviamente non è il protagonista ad essere morfinomane, ma un altro medico suo ex compagno di studi, ma non voglio rovinarvi niente. ;)
Non mi soffermerò a dire altro.
Lettura scorrevole e piacevole, adatta anche a lunghi intervalli (il tempo si sa che è quello che è) e consigliato a tutti, medici e non!
Buona lettura.

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Commenti

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Però bisogna specificare che Stalin non lo ha apprezzato per molto tempo visto che lo scrittore era comunque contro il regime, come emerge da molti suoi romanzi.
Hai pienamente ragione, grazie per aver puntualizzato!
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