Dettagli Recensione
L'arsenico non e' dissetante
Geograficamente piu' portati ad approfondire i crimini contro l'umanita' avvenuti a casa nostra, capita di ignorare letture che riguardino pestilenze piu' lontane.
Succede a me, che in linea di massima quando penso alla Cambogia evoco le bellezze di Angkor Wat.
Superficiale, limitata. La storia recente di quel paese ci dice molto altro, ci urla che ogni centimetro di questa benedetta crosta terrestre ha i suoi sacrosanti orrori. Ricordiamoli. Ricordiamoli tutti.
Tra il 1975 ed il 1979 in Cambogia scomparirono un milione e settecentomila persone, quasi un terzo della popolazione. Vittime del genocidio dei Kmehr rossi : esecuzioni, fame, malattie, torture, deportazione.
Non Rithy Pahn. Lui tredicenne fu deportato, affamato, malato. La sua famiglia, i nipoti, tutti persero la vita ma lui riusci' a sopravvivere a quattro anni di orrore, a rifugiarsi in Thailandia prima ed in Francia poi.
Non Duch. L'insegnante di matematica, il capo dell'S21,il centro di Polizia e tortura e sterminio.
"Annotazione a inchiostro rosso nel registro dell'S21 , accanto ai nomi di tre ragazzini : ridurli in polvere. Firmato Duch."
Il libro e' una sorta di lungo cortometraggio, un montaggio di immagini provenienti da piu' prospettive per condurci ad una proiezione globale.
Memoria : Rithy ricorda il bambino che fu, la fame, le ferite imputridite, la morte, le esecuzioni. La mamma. Il papa'. Un uomo giustiziato dopo avere raccolto una lumaca per la sua bambina affamata. Individualista, la lumaca appartiene alla collettivita', eliminato.
Testimonianze : Pahn contatta torturatori e torturati, raccoglie fotografie, cerca i registri.
Attualita': Rithy Pahn intervista Duch il persecutore, l'eliminatore, la mente di uno degli strumenti aberranti che servirono a imporre un'ideologia dispotica mirante alla disumanizzazione, di fatto. All'annullamento della singolarita' dell'individuo. Alla rieducazione degli intellettuali e di chiunque non accettasse il nuovo principio di societa'.
Lo stile e' asciutto, a tratti ripetitivo, non tra i miei prediletti. Eppure non manca di incisivita', esso non punta tanto sul sentimentalismo quanto sull'ideologia e sulla ricerca della spiegazione, e' un libro molto celebrale, perche' il fanatismo di Pol Pot ebbe un meccanismo complesso. Semplice ma complesso, che ingoio' il popolo in un sistema tempestivo che confuse, che lo plasmo' privandolo delle capacita' fisiche e mentali di anche solo pensare alla liberta'.
Di facile lettura, di difficile sintonizzazione ideologica, agghiacciante a livelli orwelliani, solo non e' un romanzo.
Da affrontare perche' il silenzio ed il negazionismo non vincano, e la memoria sia una lapide per quelle anime senza tomba date in pasto alla terra di fosse comuni lontane.
L'umanita' in fondo non ha confine geografico.
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Commenti
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un genere di lettura per chi ama la storia, per chi ama la vita vera, per chi vuole conoscere il passato
@ Sary, io ho preso dopo la tua rece UN INDOVINO MI DISSE. Non so quando lo leggero', ma il primo passo e' stato fatto :-)
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non sono in una fase psicologica per questo libro, ma lo leggerò di certo.
grande C.U.B., non sappiamo quali altre atrocità il genere umano ha commesso, e continua a commettere.
dobbiamo sapere
un saluto
paola