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Il dolore
Breviario del dolore. Un’analisi microscopica della sofferenza umana.
Entra in gioco la fede: Dio esiste? Che Dio amorevole è colui che dona e toglie a suo piacimento? Che senso ha avuto tutto quanto? Di solito la reazione è questa, mettere tutto in discussione, come ha fatto l’autore quando è morta la moglie, da fedele credente, è diventato improvvisamente ateo arrabbiato. Ma scrivendo le note che compongono questo libricino, si rende conto che il cammino percorso mano nella mano con la propria donna sotto la guida di Dio è quello giusto. Ad un certo punto elabora il lutto diversamente: perché non provare a considerarla come una presenza reale e tangibile senza trasformarla secondo i capricci della memoria e dei ricordi? Mi viene da pensare ad un amico immaginario. Il dolore è sempre vivo, un nervo scoperto, ma il pianto offusca i nostri occhi, forse si perdono dei “segnali”? Se riuscissimo a tenere i sensi allenati ed allertati percepiremmo qualcosa? Anche solo un po’ di benessere?
Per me, che non sono niente e nessuno, sono domande senza risposte; l’unica parola che affiora alle labbra è fede, dono offerto a tutti e liberamente accettato o rifiutato, poco importa se si tratta di Vishnu o Buddha o altro, rispetto tutto ciò che può dare un sano conforto. Quando abbiamo bisogno di essere rincuorati ci lasciamo scaldare da un abbraccio materno, o ci rifugiamo tra le braccia forti di nostro marito o ancora chiediamo una coccola al nostro bambino, in tenera età con poco danno molto e neanche lo sanno, ma se viene a mancare proprio uno di loro? Cosa si fa per non impazzire e sopravvivere? Ognuno cerca la propria medicina, non escludo nulla, è un argomento tabù, solo a scriverne ho paura. Lewis ha fatto la sua ricerca interiore.
Un libro abbastanza semplice e chiaro; purtroppo la tematica, la morte, è reale e triste, tocca tutti universalmente. Ma non parla solo del dolore, soprattutto dell’amore incondizionato che va oltre ogni limite, è una prova che può esistere e resistere una coppia nel tempo con tutti i giusti ingredienti, un esempio di rapporto solido e incantato. La lettura è come un dialogo silenzioso, sorgono domande, non sempre arrivano le risposte. Ho riletto più volte alcuni passi per comprenderne meglio il significato e ne è valsa la pena.
Lo consiglio sicuramente a tutti, lasciando a casa i pregiudizi, le riflessioni non mancheranno.
“Quante volte (sarà per sempre?) dovrò contemplare sbigottito questo vuoto immenso come se lo vedessi per la prima volta, quanto volte dovrò dire: solo adesso capisco ciò che ho perduto? La gamba viene amputata una, dieci, cento volte. E sempre uguale ritorna il primo morso del coltello nella carne”
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Pia
Molto bella la tua riflessione.
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