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Guerra alle “tenebre d’Egitto”
"Insegnami, angolo sperduto! Insegnami silenzio della casa di campagna! Si, un vecchio ambulatorio può raccontare molte cose interessanti a un giovane medico." In queste poche parole Bulgakov sembra racchiudere tutti i dubbi e le paure, le sofferenze e le privazioni, la voglia di imparare di un giovane medico neolaureato che alla sua prima condotta viene mandato in un angolo sperduto di mondo a lottare contro la sua inesperienza e contro l'ignoranza e le superstizioni di persone povere non solo dal punto di vista materiale ma anche e soprattutto culturale. Gente legata a vecchie credenze che si affida più volentieri ai metodi insensati di strambe levatrici, che pensa di risolvere tutti i problemi con le goccine, magari prendendo in una sola volta tutte le dosi di medicinale previste da una lunga cura, o che rinuncia a credere che dietro un semplice mal di gola si nasconda la sifilide. Problemi pratici, reali, delle vere e proprie “tenebre d’Egitto” che si affiancano ai tormenti spirituali ed esistenziali del nostro novello Esculapio. Con il suo solito stile incantevolmente elegante, con il consueto mix di amara dolcezza e frizzante ironia, il Maestro ci rende partecipi della sua esperienza autobiografica come dottore, raccontandola in prima persona ma attraverso una sorta di fantasioso alter ego, il dottor Bomgard. Nove racconti, altrettanti episodi di vita tra bisturi, siringhe, stetoscopi e spaventose tormente di neve. Giunto nell'ospedale rurale sede del suo primo incarico con un bagaglio culturale fatto di sola teoria e zero pratica, Bomgard si trova innanzitutto a dover combattere con il dubbio di non essere all'altezza del compito affidatogli e con la paura di incorrere in errori o di non sapere che pesci prendere davanti a situazioni per lui sconosciute, in un ospedale pieno zeppo di attrezzature mediche di cui non sospettava neanche l'esistenza e con il fantasma di un predecessore capace, brillante e amato dalla gente con cui doversi confrontare. L'inizio sarà duro ma tra amputazioni, tracheotomie, parti complicati il buon dottore saprà cavarsela egregiamente, acquisendo sicurezza e disinvoltura ma rendendosi conto che non ci si può mai adagiare sugli allori perché non si sa mai cosa può riservare il prossimo paziente. Non si smette mai d’imparare, e per imparare bisogna continuamente leggere e studiare. Bellissima l’immagine che Bulgakov ci regala alla fine del quinto racconto: mentre fuori impazza la guerra, Bomgard armato di spada, o forse di uno stetoscopio, con la sua armata in camice bianco formata da lui e dai suoi tre collaboratori avanza incontro al nemico per combattere la sua personale battaglia contro le tenebre d’Egitto.
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Commenti
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@Marcella: si è interessante ma anche scritto divinamente, te lo consiglio...
@Federica: eh si, il Maestro Michail non si smentisce mai...
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