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Il fuoco che ti porti dentro
 
Il fuoco che ti porti dentro 2024-04-29 13:23:02 marialetiziadorsi
Voto medio 
 
3.8
Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
3.0
Piacevolezza 
 
4.0
marialetiziadorsi Opinione inserita da marialetiziadorsi    29 Aprile, 2024
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Una donna che odia il mondo

«la volontà di porsi sempre in maniera contraria a quella di qualsiasi interlocutore reale o immaginario, e se proprio non c’è nessuno che si oppone è lei a contraddirsi da sola, per non essere d’accordo neanche con se stessa»
«il qualunquismo, il razzismo, il classismo, l’egoismo, l’opportunismo, il trasformismo, la mezza cultura peggiore dell’ignoranza, il rancore…»

Il romanzo è autobiografico, l’autore ci parla di sua madre, donna che odia il mondo e che non sopporta gli altri, che ha un carattere davvero impossibile e da lui detestata al punto da trasferirsi da Napoli a Milano già a 19 anni pur di allontanarsene: cambiare città voleva dire stabilire anche una distanza fisica oltre che emotiva da colei che l’ha generato.
Ma da dove nasce l’odio che questa donna si porta dentro? Quali radici ancestrali ha? Forse in una malintesa cultura meridionale? L’autore cerca di scavare nella vita sua e della madre per andarle a cercare queste radici.

“Benché da molti sia considerata una bella donna, mia madre puzza”

Già questa frase è spiazzante considerando che normalmente la madre è sempre adorata dai figli.
Dopo un’infanzia difficile Angela, originaria di Benevento e che pure in età giovanile era riuscita a coltivare qualche amicizia come qualsiasi ragazza, si sposa ed è come se con questo passaggio chiudesse irrimediabilmente con un passato più o meno normale dal punto di vista affettivo per passare ad un’età adulta che non prevede rapporti di amicizia o di stima con nessuno. O, per meglio dire, non prevede proprio rapporti.
Sposa un uomo più anziano di lei e che è il suo opposto: riservato ed educato, scorrerà silenziosamente per tutta la sua vita accanto alla moglie e, forse, la amerà davvero.
Il pessimismo è lo stile di vita di Angela e si accompagna ad un profondo disprezzo per qualsiasi altro essere umano, anche il più normale. Insulta tutti, seguendo in questo l’insegnamento di sua madre con la quale infatti ha vissuto una vita di scontri.
Nulla piace ad Angela, di nessuno ha stima, neanche dei figli. Non sopporta i vicini di casa, non apprezza nulla, maltratta chiunque. Urla, strepita, offende.
Tra i figli due rifiuteranno le sue intromissioni, la terza, più timida e riservata, la lascerà fare ed Angela si approprierà della sua vita decidendo tutto per lei. Diventata grande alla fine questa figlia avrà un rigetto per la madre con la quale taglierà i ponti lasciando anche il lavoro che la madre le aveva creato.
L’autore si trasferisce a Milano dove creerà la sua carriera professionale ma sarà costretto ad accogliere la madre ormai anziana nell’appartamento accanto al suo accudendola insieme alla sorella.
L’età non ha addolcito Angela, che è rimasta tale e quale. L’autore e la famiglia saranno costretti ad uscire di casa passando dalle cantine per evitare di essere visti e colpiti dai suoi strali. Prigionieri in casa propria.
Molti sono i personaggi del libro, ma al centro c’è sempre lei Angela, che svetta su tutti e si prende il centro della scena.
Il romanzo è stata una gradevole sorpresa, ben scritto e ben costruito, il personaggio di Angela sicuramente notevole. Non vuole raccontare vicende mirabolanti ma la cruda storia di una donna qualunque che ha odiato il mondo rovinando la vita a se stessa e agli altri. Metterlo su carta non era semplice: l’autore c’è riuscito regalandoci un romanzo che si legge senza rimpianti. Non indimenticabile, non un capolavoro ma sicuramente piacevole.

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