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Stanotte ti ho sognato
"Caro Pier Paolo, stanotte ti ho sognato". L'incipit dell'opera di Dacia Maraini svela subito quello che vuole esserne l'escamotage narrativo, ovvero la forma epistolare che rappresenta un dialogo di fantasia con una persona fisicamente scomparsa ma sempre viva nel cuore e nei ricordi dell'amica, in cui si mescolano memorie, sogni, sentimenti. L'autrice si rivolge al grande artista del Novecento parlando come se fosse realmente presente, rievocando episodi del passato, della loro forte e proficua amicizia, raccontando al caro Pier Paolo fatti legati alla sua improvvisa e violenta morte, al suo funerale, agli sviluppi di indagini che ancora non hanno portato ad una vera soluzione del caso. Le struggenti lettere dell'autrice rievocano un'epoca ormai passata, un universo lontano da quelli che sono gli attuali ambienti culturali, una società profondamente diversa da quella che conosciamo noi, ma i ricordi sono talmente vivi, forti, intensi, da dare l'impressione che le vicende narrate siano accadute di recente. Tra racconti di viaggio, esperienze artistiche, piccoli fatti di vita quotidiana, esce fuori un bel ritratto di Pasolini e della sua esistenza anticonformista, del suo rapporto morboso con la madre, di un'omosessualità vissuta quasi come una colpa, di un profondo spirito religioso, di un fervore creativo insaziabile. Un uomo che fisicamente appare piccolo, gracile, cagionevole, ma che si rivela un vulcano per la forza delle sue idee, la potenza visionaria del suo estro, la passione per la vita. La visione che spesso passa dell'artista di Santo Stefano, come un uomo pieno di livore, intransigente, aggressivo nell'esternare il suo sdegno, rabbioso nel difendere le sue ragioni, di certo non confutata dall'amica, viene tuttavia contrapposta dalla descrizione di una persona che, nella vita privata, nei rapporti intimi di amicizia, si dimostra di una mitezza, una condiscendenza, una bontà insospettabili. Dalle pagine di questo libro trasuda tutta la stima che Dacia Maraini continua a provare per il suo amico tragicamente scomparso, tutto l'amore fraterno che ancora la lega a lui, tutto lo struggente dolore per una perdita incolmabile e la rabbia per come, a mezzo secolo di distanza, questa tragedia non riesca ancora a trovare giustizia. "Caro Pier Paolo, ho in mente una bellissima fotografia di te, solitario come al solito, che cammini, no forse corri, sui dossi di Sabaudia, con il vento che ti fa svolazzare un cappotto leggero sulle gambe. Il volto serio, pensoso, gli occhi accesi. Il tuo corpo esprimeva qualcosa di risoluto e di doloroso. Eri tu, in tutta la tua terribile solitudine e profondità di pensiero. Ecco io ti immagino ora cosí, in corsa sulle dune di un cielo che non ti è piú ostile".
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Un saluto
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La Maraini non mi piace molto come narratrice, ma la trovo assai gradevole e interessante nella saggistica. Ne ho avuto una prova molto convincente con "Cercando Emma" , libro ben documentato sui 'rapporti' tra Flaubert e la Bovary.