Dettagli Recensione
Un viaggio nella Storia e in una famiglia
«Il passato ci appartiene, voltargli le spalle sarebbe meschino. Quello che non esiste più torna, sempre. Riemerge attraverso la memoria, attraverso i libri, attraverso le parole. Puoi negarlo, rifiutarlo, metterci una pietra sopra, ma non serve a nulla quando ti pizzica la mente.»
Presente, passato, futuro. Quello che è stato, quello che è. Quello che sarà. Un passato che è nostro, che è presente, che è presenza. Perché non è possibile voltare le spalle al passato, un passato che ci appartiene e che è parte del nostro essere. Anche quando ci ha fatto soffrire, anche quando il dolore è tale da costringerci a metterci una pietra sopra, per conviverci, per andare avanti.
Quello che è stato al tempo stesso ci forma e plasma a sua immagine e somiglianza, ci dona emozioni e sensazioni eterogenee quanto divergenti. Ecco perché quello che è stato può indurre alla riflessione il lettore, un lettore che vi ripensa anche solo come spettatore ma poco importa in quanto che si sia spettatori o partecipi in prima persona, ciascuno ne ha un ricordo tale da influenzare il proprio essere.
«Chi scrive lo sa bene che con i romanzi si fanno sempre i conti con se stessi, ci si imbatte nei propri fantasmi, si proiettano le proprie ansie e le proprie vergogne...»
Ed è questo che accade con “Stirpe e vergogna” di Michela Marzano. Il conoscitore entra nella vita della scrittrice che torna indietro in quella che è la storia della sua famiglia. Cerca documenti, legge carte, osserva fotografie, fa domande, chiede e chiede ancora, non sempre ottenendo quelle che sono le risposte alle proprie domande. Eppure è proprio interrogando il passato che è possibile interrogare il proprio vivere e al tempo stesso ritrovarsi.
Da qui ha inizio una ricerca, da piccoli interrogativi finalizzati a trovare dei perché. Ed è proprio scoprendo del passato del nonno che era stato chiuso quale una vergogna che nasce il desiderio di sapere della verità.
A questo bisogno di verità si mixa una scrittura rapida, fluida, incalzante, una narrazione senza fronzoli che non perde di interesse e che mira a sfiatare dubbi in primo luogo dell’autrice stessa. Un romanzo interessante, che sa far riflettere il lettore e che interroga anche sulla memoria storica, su un pezzo di Storia quale quella fascista, senza remore e senza timori.