Dettagli Recensione
Il prima e il dopo
Una madre intenta nell'amorevole e quotidiano gesto di preparare il pane per la cena di tutta la famiglia. Una cena che non verrà mai consumata perchè la follia umana ha deciso che le famiglie di fede ebraica vanno eliminate dalla terra.
Edith Bruck parte dall'immagine di quel pane abbandonato sul desco della sua casa di un villaggio ungherese per trasportare il lettore attraverso il viaggio più straziante che mente umana possa concepire.
La Bruck nel tempo ha affidato alla sua penna tanti racconti sul suo passato, quest' ultimo ripercorre l'intera sua esistenza dalla vita di tredicenne spensierata all'inferno dell'internamento nei lager, dalla perdita brutale dei familiari alla sua sopravvivenza.
In particolare questo scritto si focalizza sul “dopo”, sul senso e valore di quella agognata sopravvivenza che giunge quando ormai le radici sono state strappate, quando gli affetti più cari sono stati annientati e la liberazione apre le porte ad un altro lungo calvario destinato a durare per sempre.
L'autrice con queste pagine intime e introspettive continua a riflettere sul senso di appartenenza ad un popolo, ad una cultura ad un paese, di tutti coloro che sono riemersi alla vita dopo i campi di sterminio.
Una vera odissea quella di Edith, giovanissima e sola alla ricerca di se stessa per colmare la voragine interiore e cercare un luogo che possa chiamarsi “casa”. Un errare sia geografico sia sentimentale, sospinta da un connubio di disperazione e forza.
Questo diario costituisce un altro tassello della recente Storia che una delle ultime testimoni oculari della Shoah ci lascia in eredità.
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Recentemente ho seguito un'intervista televisiva all'autrice : un bell'esempio di vivere con grande dignità la propria età anagrafica.