Dettagli Recensione
Inadeguata appartenenza
Un libro, quello di Claudia Durastanti, che non è propriamente un'autobiografia, non è esattamente un diario, non è un memoir in senso stretto. É un testo molto originale, scritto come un insieme di frammenti che, stranamente, non appesantiscono la lettura ma al contrario, la accelerano.
Si tratta, semplificando, di riflessioni fatte da una giovane intellettuale che comprendono molte citazioni tratte da libri e da film e che si aprono anche un po' sul privato dell'autrice, narrando alcune vicende della sua famiglia e, in particolare, raccontando la persona, sicuramente fuori dal comune, della madre. Si tratta comunque di una narrazione fatta sempre dall'esterno, dal di fuori, mai dall'interno. Ecco perché sono sospesi tutti i giudizi, tutte le eventuali valutazioni. Sono sospesi anche i sentimenti, le emozioni: è un racconto lucido, letterariamente ben costruito, polverizzato in mille nuclei che alla fine sembrano ricomporsi. Una storia privata quindi altamente rielaborata e filtrata dalla letteratura.
La vicenda biografica di Claudia Durastanti è abbastanza diversa dalla maggior parte delle esistenze, che si srotolano in una serie di circostanze piuttosto comuni e banali. In primo luogo l'autrice è figlia di due genitori sordi, che sono, al di là della disabilità, due veri e propri “personaggi”. La madre soprattutto è una donna molto alternativa, lontana dalle convenzioni. Per come viene presentata sembra davvero la protagonista di un romanzo o di un film. Inoltre l'autrice è nata negli Stati Uniti e all'età di circa sei anni si è ritrovata a vivere invece in uno sperduto paesino della Basilicata. Dalle stelle alle stalle si potrebbe pensare. La parabola dell'emigrante al contrario. Tutto questo concorre a far sperimentare all'autrice una condizione di estraneità e di sradicamento che diventerà però anche la sua maggiore forza.
In conclusione, un testo scritto con intelligenza e maestria. Personalmente questo voluto distacco mentre si raccontano episodi anche drammatici della propria vita non mi ha particolarmente entusiasmato. Forse avrei preferito un testo di fiction dove potermi immedesimare e dove poter scavare insieme ai personaggi fra i sentimenti e le emozioni che la vita ci mette di fronte, più che leggere una serie di distaccate riflessioni scritte con un'ottima prosa. Ma questa è soltanto la mia opinione.
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