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Autoritratto
«Ne fui sgomento dapprima, impaurito anche in seguito ascoltai quanto veniva concertato alla mia presenza mentre mi si assegnava una parte, come la narrazione di un’avventura a cui avessi già partecipato facendomi onore, meritandomi la stima universale e un’intima soddisfazione. […] Intanto imparavo a guardare più a fondo gli uomini e le cose, almeno fino al fondo di me stesso se non al fondo di esse cose e di essi uomini»
Firenze. Firenze e la guerra. Firenze e il dopoguerra. Firenze e la povertà, Firenze e la guarigione, Firenze e un adolescente che con occhi ingenui, ma perspicaci, osserva il mondo che lo circonda e da esso trae la forza e l’esperienza per crescere e per scrivere. Dall’infanzia all’età adulta in un caleidoscopio di memorie, di episodi che coinvolgono gli ambienti e gli uomini, che narrano dell’allora presente e di quello che era stato il passato, del vigore, della debolezza, degli usi e costumi. Per salutare la giovinezza ed accogliere l’età adulta, per dar vita a un libro prima privato, poi, a tutti dedicato.
E così cambiano le storie, mutano i passi, variano le ambientazioni, conosciamo più approfonditamente di un capitolo dedicato alla Resistenza a Roma, riflettiamo su un’altra tematica, quella della morte, per cause belliche, per cause di malattia, ma che comunque è una presenza incessante, inevitabile, e andiamo avanti in una lettura che forse non è la migliore a firma Pratolini ma che comunque resta indelebile nella mente.
Questo e molto altro ancora è “Diario sentimentale”. Un diario autobiografico che è capace di farci riassaporare un mondo che ad oggi ci sembra lontanissimo, che è capace di farci rivivere quei luoghi e quelle situazioni come se le stessimo vivendo in prima persona in quel dato momento. Il tutto è avvalorato da una lirica curata, preziosa, erudita ma che a tratti può risultare lenta e farraginosa.
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