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Triste triste
Susanna Tamaro ha deciso di raccontarci la sua infanzia. Lo fa senza falsi pudori senza indulgere in nostalgie ma sopratutto senza rancori. Col suo stile asciutto e privo di orpelli ci racconta un infanzia e un'adolescente tristi e solitarie. Contornata da un ambiente familiare inadeguato la piccola Susanna fa quello che fanno i bambini :trova dentro di sé risorse inimmaginabili. Incredibile pensare che nonostante tutto sia riuscita a evitare di diventare una sbandata priva di controllo.
Probabilmente per l'autrice questo romanzo è stato una specie di psicoterapia. Per me è qualcosa che dà speranza nella possibilità di perdonare e se non di dimenticare almeno patteggiare con il passata. Nonostante io non abbia apprezzato molto altri scritti della Tamaro ho letto questo volentieri e fino alla fine. Nonostante sapessi che si trattasse di una autobiografia e quindi sapevo già che alla fine la protagonista sarebbe diventata una scrittrice di successo l'ho seguito facendo il tifo per quella ragazzina sola e triste. Triste ma mai patetica. Qui siamo ben lontani dal genere piccola fiammiferaia. Questi sono i fatti e ognuno li valuti come ritiene più opportuno.