Dettagli Recensione
Filosofia spicciola a piene mani
L'ho letto spinto dalla curiosità derivante da una serie considerevole di recensioni superlative. E' un brutto libro : NO. Mi è piaciuto : NO. In queste due domande e risposte sta il succo del mio dilemma.
Bussola scrive bene, in modo chiaro e scorrevole, non è un romanzo e qui c'è il primo aspetto negativo (per me), in quanto non mi piacciono i libri aneddotico-autoreferenzianti peggio che mai se pieni di perle di saggezza o filosofia o chiamatele come volete. Bussola racconta per episodi brevi l'amore in tutte (o quasi) le sue forme, non c'è una trama vera e propria, tutto segue il filo della sua vita che lo porta a dove è ora e al rapporto che ha ora con la moglie e le tre figlie. il libro è un pò il racconto senza soluzione di continuità di come l'autore è arrivato dove sta ora. Per ogni episodio Bussola ci lascia un pensiero, una chiosa che a volte sa di poesia, altre di filosofia spicciola, altre di frasetta da Baci Perugina, in qualche caso per sfatare un luogo comune si serve di concetti ed esempi che sono ancora più comuni....in questo modo abbiamo l'opinione dell'autore in merito a tante cose dell'amore : l'omosessualità, il sesso, il tradimento, la diversità, i figli, l'abbandono, il razzismo, l'amicizia e via discorrendo , ogni lato del poliedro che è l'amore trova una sua esposizione chiara e concisa con chiosa finale dell'autore in una sorta di abecedario della speranza che non è mai troppo tardi per imparare. Non posso affermare che mi abbia annoiato , alcune pagine mi sono piaciute parecchio, altre le ho trovate banali e scontate , forse mancando una storia a tutto tondo, un approfondimento dei personaggi manca qualcuno o qualcosa da amare. In fondo nelle storie che leggiamo cerchiamo qualcosa che arrivi, smuova qualcosa dentro di noi e rimanga , può essere un personaggio, un evento, una storia , più questo è contestualizzato bene più diventa tridimensionale, se non approfondisci e resti in superficie sono solo belle parole che scivolano via, non c'è un luogo che rimanga, un personaggio che emozioni, nulla, solo una serie interminabile di spunti e sentenze. Mi sarebbe piaciuto leggere Bussola alle prese con un racconto vero e proprio dove le parole , i pensieri profondi , le massime anche azzeccate , si abbracciassero alle persone , ad una storia, in questo libro si avvicinano a tanti sconosciuti che per noi resteranno nomi o personaggi a due dimensioni giusto il tempo di un paio di pagine lette e la storia, quella che lega tutto continua a saperla solo l'autore, tanta filosofia ma niente pathos. Peccato.
Indicazioni utili
- sì
- no