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Una commovente lettera alla nipotina Matilda.
Andrea Camilleri, un grande della letteratura italiana contemporanea, ha più di novant’anni ed è lucidissimo pur avendo perso il dono della vista. Ha una nipotina di 4 anni, Matilda, alla quale vuole lasciare un ricordo del nonno sotto forma di lettera, che la piccola, da grande, potrà leggere, se vorrà, rivivendo passo dopo passo una vita lunghissima e cercando di capire quanto grande sia stato il nonno e quanto amore abbia voluto trasmetterle. Camilleri lascia alla nipote ed a noi lettori la sua biografia, la storia della sua vita, dai primi passi nella natìa Porto Empedocle (oggi anche Vigata) nei lontani anni Venti tormentati dalle insicurezze, dai disordini postbellici e dalla lenta ascesa dell’ideologia fascista sino ai successi professionali come regista teatrale e televisivo, alle amicizie importanti, all’affermazione come scrittore di romanzi sociali e della fortunata serie del Commissario Montalbano. Il ripudio del fascismo, l’iscrizione al Partito Comunista, l’attenzione sempre vigile per i più deboli e le classi meno fortunate, un rigore morale senza tentennamenti sono argomenti che Camilleri tratta con passione e sincerità: e poi il matrimonio, la nascita delle tre figlie, le benemerenze ed i riconoscimenti conseguiti sono raccontati come ulteriori tappe di una vita serena e, tutto sommato, fortunata.
Matilda leggerà, farà tesoro di quanto il nonno le ha trasmesso, magari idealmente vorrà rispondergli (“ora dimmi di te”), portavoce di quei giovani che Camilleri invita a cambiare il mondo, “sostenendo le proprie ragioni con fermezza, spiegandole e rispiegandole, e magari perchè no, cambiando la propria idea” perché “….sconfitta o vittoriosa, non c’è bandiera che non stinga al sole”.