Dettagli Recensione
Il convitato di pietra
La nota arguzia verbale di Busi compie una acrobazia narrativa e inscena un’improbabile cena durante la quale lui, nei panni della guest star, attempata e sfiancata da una prostata capricciosa che lo obbliga a frequenti passaggi in bagno, apre bocca e tiene banco, in maniera sconcia e irriverente.
Ma chi ha voluto presso sé questo scomodo convitato di pietra?
“… a cenar teco m’ invitasti/ e io son venuto…”
Un ricco signore della buona società, uno con i soldi, uno con tanta gente che gli gira attorno, uno con tanto da coprire nel pubblico e nel privato, uno che attira a sé tutto ciò che sta stretto a Busi, un pretesto perfetto per sparare a zero tutte le sue idiosincrasie. Contro il mondo e tutti i suoi mali – in dimensione prettamente italica- che di riflesso, citando in esergo Parini de “La salubrità dell’aria” (“Stolto! E mirar non vuoi/ne’ comun danni i tuoi”) diventano i nostri. Processi migratori, leggi retroattive, lavoro nero, sistema contributivo, classe politica e relativa legge elettorale, editoria, bufale o fake news, mafie e clientelismo con l’intramontabile sistema delle raccomandazioni, omofobia diffusa e le banche e il loro sistema che regge il sistema… Non mancano anche personali considerazioni sulla politica europea, l’indipendentismo catalano, e un improbabile tour per mete poco raccomandabili per gli scenari che le caratterizzano. Non mi trova sempre d’accordo ma questo poco importa come il mio gusto a tratti offeso e risentito per i toni che gli sono usuali ma che l’invettiva della sua parola gli perdona facendomelo apparire come una voce che nonostante tutto è meglio sentire.
Indicazioni utili
Commenti
4 risultati - visualizzati 1 - 4 |
Ordina
|
Conciso efficace ed elegante come un haiku :)
4 risultati - visualizzati 1 - 4 |