Dettagli Recensione
Top 50 Opinionisti - Guarda tutte le mie opinioni
Un testo fondamentale per chi ama la letteratura.
Traspare tutta la passione dello studioso di letteratura in questa analisi critica di Alessandro Piperno sul fine della narrativa, sul rapporto scrittore-lettore e scrittore-personaggio.
Il lettore e lo scrittore si trovano ovviamente su campi diversi: molto più libero e autonomo il primo, assai più condizionato il secondo ora da specifiche scelte editoriali ora dall’esigenza di rispondere al gradimento del pubblico.
A chi si chieda quale sia il fine della narrativa, Piperno dissolve ogni dubbio: i libri non possono cambiare il mondo, un romanzo non può dare risposte agli interrogativi più grandi. Le opere letterarie hanno il fine di raccontare delle storie e non possono andare oltre. Né d’altra parte si può in senso assoluto identificare autore e personaggio, o lettore e personaggio. Ciascuno occupa il suo spazio e ogni immedesimazione è illusoria e fuggevole. Si pensi, afferma Piperno all’ironia con cui la Austen ha tratteggiato alcuni dei suoi personaggi più riusciti. Sarebbe difficile identificare la scrittrice con uno di loro. “Un personaggio, se davvero è grande, merita di esistere a prescindere dal suo inventore.”
Non è facile stabilire la qualità di un romanzo. Non ci sono canoni estetici universalmente validi. Solo il tempo può decretare il successo di un libro. Non c’è da meravigliarsi se di un romanzo, col tempo, si stenti a ricordare la trama, o i personaggi. Ciò che rimane è spesso l’atmosfera, sono le sensazioni che ha suscitato. Lo stesso romanzo, riletto dopo molto tempo può apparire del tutto diverso. È dunque il tempo il fattore più importante nella valutazione di un’opera. Altrettanto difficile è dare la definizione di classico. Classico, dice Piperno, si può definire quell’opera che porta un rinnovamento, come il discorso indiretto libero usato da Flaubert.
Per ciò che riguarda l’originalità, non c’è da meravigliarsi se ogni autore attinge a piene mani da altri autori, presi a modello o semplicemente ammirati. D’altra parte il romanziere di successo è colui che scrive solo di esperienze vissute, colui, cioè che fa riferimento a quella che Proust definiva “la patria interiore”.
Interessanti sono le pagine dedicate alla tecnica dell’incipit, diversa secondo i tempi e gli autori. C’è chi introduce l’eroe o l’eroina del romanzo dopo aver scritto pagine che potessero in qualche modo prepararne l’ingresso, come nel caso di Tolstoj e della sua Anna Karenina, o chi preferisce introdurlo subito, in medias res.
Dopo questa interessante parte introduttiva che funge da prologo, Piperno si sofferma sugli otto autori di cui, dice, non potrebbe fare a meno, analizzandone alcune caratteristiche che li hanno resi unici. Abbiamo così otto brevi brillanti saggi su Tolstoj, Flaubert, Stendhal, Austen, Dickens, Proust, Svevo e Nabokov.
“Il manifesto del libero lettore” è dunque un testo piacevolissimo e utilissimo che avvicina lo studioso di letteratura allo scrittore e al lettore, amplia i confini della pagina scritta, offre l’opportunità di approfondire, comprendere, valutare.
Indicazioni utili
Commenti
14 risultati - visualizzati 1 - 10 | 1 2 |
Ordina
|
Ci sono alcune cose che non condivido pienamente. Mi pare che l'autore liquidi troppo sbrigativamente il rapporto autore/opera, che penso sia molto complesso (parlo ovviamente di grandi scrittori).
Inoltre non sono d'accordo sulla definizione di "classico" : essere innovativi ritengo non sia un requisito valido : vari autori hanno cercato artificiosamente di avere una scrittura originale/innovativa, facendo stupidaggini ; altri invece hanno aderito alla struttura e alla scrittura della tradizione letteraria, producendo libri buoni o ottimi.
Secondo me, un classico è un libro da rileggere nel tempo, perché 'dice' sempre qualcosa di nuovo, in quanto le sue qualità non sono strettamente legate alla trama ; vanno oltre, molto oltre.
ma dalla tua accurata recensione deduco si tratti di qualcosa di più analitico.
Grazie Anna Maria
Solo avrei una domanda sulla classificazione di questo testo: romanzo autobiografico?
Da ciò che scrivi, e anche dalla scheda del libro, mi parrebbe piuttosto un saggio. Questo, tra l'altro mi dà l'occasione di segnalare che forse nella categoria "Saggistica" di Qlibri, manca forse una sezione "Letteratura" o "Critica Letteraria", sezioni nelle quali probabilmente anche questo testo potrebbe essere inserito. Oppure forse non ho capito io.
Un caro saluto
Pierpaolo
14 risultati - visualizzati 1 - 10 | 1 2 |