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Elogio del sapere e della profondità
Vorrei lasciare una traccia che è anche una testimonianza personale dell' oggi, e di quello che l' autrice, così bene e disperatamente, ha cercato di trasmetterci, o meglio di farci vivere ed assaporare.
Il testo è un flusso di pensieri, non è un saggio ne' un manuale d' uso. È semplicemente spunto di riflessione, accorato urlo nel deserto del nulla dell' oggi. È un inno al sapere, allo studio, inteso come sommo essere ed afinalistico esserci nel quotidiano.
È un rimpianto per quelle idee ed ideologie fondate sullo studio e sul sapere. È un invito a guardarci dentro, a comprendere che l' immergerci nella cultura, lo studio approfondito, non è che un riappropriarsi di se stessi, della profondità del proprio sentire, e degli altri.
È un inno alla gioia che solo l' amore per il sapere è in grado di dare e di trasmettere.
Mi stupisce siano stati espressi dubbi ( non in questa sede ) sul reale significato ed attualità delle tematiche espresse nel testo, senza coglierne lo sconfinato significato emotivo e pedagogico, abbandonando una finalistica, cervellotica e moralistica o prevenuta ideologia dell' utile, dell' oggi e del significato strettamente presente e materialistico ( il saper fare ).
Lo studio, come sottolineato più volte dall' autrice, è significante ed espressione dell' io, non un mezzo od un fine. Forse qualcuno non lo ha letto attentamente, o non ha fatto proprio il significato di otium, o che cosa si intenda per studio e passione al di là' di lavoro e titoli accademici.
Vorrei portare ad esempio una semplice testimonianza del quotidiano, personale ma esplicativa di quello che stiamo vivendo, del deserto dell' animo e dei mille dubbi espressi dall' autrice.
Mi è capitato, recentemente, di seguire un corso aziendale sulla formazione del personale, con riferimento ad una eta' adolescenziale e quindi scolare.
Le parole ricorrenti sono state: formare, finalità, feed-back, praticità', scopo, concreto, oggi, inserimento, logistica, connessione etc.... Ad un certo punto, uno dei docenti ha criticato un pensiero definito astratto ( ma, mi chiedo, come fa un pensiero ad essere pratico per definizione? ) Addirittura si è parlato di metodi di insegnamento per rafforzare l' apprendimento; ma come, a 16 anni un ragazzo non dovrebbe già' avere appreso un metodo di studio? Attorno, nell' aula, telefonini squillanti, invio di messaggi, selfie, sguardi assenti, improvvise domande estemporanee senza un briciolo di logicità per tornare, subito dopo, a farsi gli affari propri.
Poi, sulla via del ritorno, una collega al telefono ha cercato ( inutilmente ) di convincere il figlio undicenne a studiare entro sera quello che avrebbe dovuto fare nel week-end gia' pieno di impegni ( un torneo di calcio, una festa etc...). Questo solo un esempio di uno spaccato di mondo "reale" !?!?
Ecco, in quei giorni non ho sentito parlare di sapere, di cultura, di emozione, di studio, di essenza, di coscienza, di amor proprio, di quello che una mia insegnante liceale ribadiva spesso a noi studenti in fieri e profondamente acerbi: leggete, leggete, leggete, e studiate, un giorno capirete il perché'.
E allora ringrazio Paola Mastrocola per questa accorata testimonianza e per i tanti spunti di riflessione scagliati nell' aere, mi ha fatto sentire un poco a casa, non, solo, tra la folla rumoreggiante, ma in perfetta e gioiosa solitudine come in un passato ormai dimenticato, quando i libri e lo studio erano passione ed autentica vita vissuta.
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Anche a me il libro è piaciuto parecchio, proprio per l'amore per la cultura, che trasmette. E' un libro fuori dal neoconformismoo imperante oggi anche presso persone sedicenti 'colte' . Mi è parso bella l'idea , valida anche per i lettori adulti, di leggere libri con l'ardore e il rigore confacenti allo studio. Trovo spesso deprimente vedere persone istruite che , invece di leggere i grandi libri dei grandi autori, si dilettano con storielle commerciali scritte coi paraocchi dei sottogeneri letterari.
come modus vivendi ed essenza del reale, oltre ogni percorso semplicemente formativo.
In questo l' amore per la lettura traccia la nostra vita, come una impronta indelebile. Riguardo alle buone e cattive letture, esprimono anch' esse una parte importante del nostro io e di quell' essere che abbiamo interiorizzato nel tempo ( il nostro percorso ), quindi semplicemente di ciò che obiettivamente siamo o non siamo.
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