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Un "mammo" d'eccezione..
Matteo Bussola, classe 1971, nella sua vita passata era un architetto, nella sua vita presente è padre di Virginia, Ginevra e Melania, compagno di Paola, fumettista e punto di riferimento di ben quattro cani. Si è avvicinato al mondo della scrittura in un modo forse inconsueto, avendo di fatto iniziato a rendere note le sue avventure di "mammo" tramite la sua pagina facebook, eppure, ogni aneddoto che pian piano riporta, è caratterizzato da uno stile graffiante, magnetico, che vi farà sorridere e, se siete genitori, riprovare la gioia di aver tra le braccia i vostri figli piccoli.
"Notti in bianco, baci a colazione" non è altro che la raccolta di tutti questi post pubblicati nell'universo virale, non è altro che l'insieme di quelle piccole cose che giorno dopo giorno possono accadere ad un padre che ama la sua famiglia più di ogni altra cosa. Ed è proprio in questa sua genuinità e semplicità che si racchiude la bellezza e la spensieratezza di un'opera senza pretese che non fa altro che riportarci alla mente “massime” di vita che soventemente tendiamo a dimenticare.
Una lettura adatta a tutti, capace di far sorridere e riflettere, per ogni età.
«[..]Mentre loro tra i due e gli otto anni imparano a parlare, a scrivere, ad articolare ragionamenti, sviluppano gusti e indipendenza di giudizio. Diventano. La cosa che non sai è che non è vero che tu resti la stessa persona. Perché mentre loro imparano la vita, tu impari ad essere padre, cioè impari la tua seconda vita. Che vuol dire smettere di essere e cominciare ad esserci, sapere che quel che c'è passerà presto, riuscire a cogliere la fortuna di quel sorriso tutto per te anche quando sei stanco, la bellezza di quel gioco anche se sei nervoso, la meraviglia di quei sedici chili che vogliono dormire solo addosso al tuo sterno anche quando sei devastato dalla stanchezza e daresti di tutto per dormire a pancia sotto, senza una manina che ti rovista nel naso. Il fatto è che le tue narici saranno uguali anche fra cinque anni. Quella manina invece no. [..] Essere padre t'insegna a stare sul pezzo, sempre.» p. 53
«Il disegno è sempre una questione di sintonizzarsi. Perché il disegno, come la scrittura, ha a che fare prima di tutto col mettersi in ascolto. In pochi capiscono che non è quasi mai questione di dire, ma di dare. Di farsi strumento, cassa di risonanza, per qualcosa che a ben guardare in effetti c'è, e basta solo srotolarlo come fosse una tenda» p. 81