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Triangoli rossi
 
Triangoli rossi 2015-06-06 16:20:17 siti
Voto medio 
 
4.0
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
5.0
Piacevolezza 
 
4.0
siti Opinione inserita da siti    06 Giugno, 2015
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L’ultimo debito

Boris Pahor, scrittore sloveno di cittadinanza italiana, nato nell’agosto del 1913, prossimo a compiere 102 anni, è la Storia che può ancora parlare, ricordare e testimoniare. In realtà lo ha fatto per molto tempo: è autore di una trentina di volumi, anche se il suo nome viene più facilmente associato a “Necropoli” la cui prima edizione in lingua italiana fu quella pubblicata dal Consorzio Culturale del Monfalconese . Questo romanzo autobiografico sulla sua prigionia a Natzweiler-Struthof è stato scritto nel 1967 e tradotto in venti lingue, Fazi editore ha avuto il merito di riproporlo nel 2008 all’attenzione dell’Italia.
“Triangoli rossi” nasce invece da una sorta di risentimento verso una Memoria parziale, quella degli ultimi tempi che ricorda ma ripercorre sempre gli stessi sentieri omettendo una parte di storia meno conosciuta ma altrettanto dolorosa. Boris Pahor fu arrestato nel 1944 dopo aver prestato servizio militare nell’esercito italiano fino all’8 settembre del ’43 quando rientrò clandestino a Trieste per aderire alla resistenza slovena. Fu arrestato da sloveni collaborazionisti proprio nella sua città e fu internato per motivi politici: il suo numero venne dunque associato al triangolo rosso che nel sistema dei contrassegni nazisti indicava i prigionieri politici ma in realtà ,molto più semplicemente ,ogni oppositore al nazionalsocialismo.
Si racconta in quest’opera un genocidio misurato in termini di vite umane certo, ma partendo da un primitivo genocidio culturale, quello compiuto ai danni di una minoranza annessa all’Italia con Il Trattato di Rapallo del 1920 e progressivamente snazionalizzata durante il ventennio fascista. Si racconta altresì di una geografia di confine che ha visto il nazifascismo occupare la Slovenia nel 1941 e che alle misure della “circolare 3C” la quale prevedeva rastrellamenti, internamenti, deportazioni, esecuzioni sommarie ha risposto con una forte Resistenza.
I continui rimandi a eventi già narrati nelle sue precedenti opere permettono di collocarli, grazie ad un ricco ma essenziale apparato di note, con una certa sicurezza e si ha l’impressione di percorrere a ritroso una vicenda personale e storica insieme.
Non si leggerà nel dettaglio di orrori, si prenderà atto invece dell’esistenza di campi di concentramento atipici per collocazione geografica ( montagna: 800 metri organizzato con la tecnica del terrazzamento, uno per tutti), di intellettuali morti per un ideale, di giusti dimenticati e sconosciuti ai più, di uomini che da internati riuscirono a sabotare il volo di morte e distruzione dei V2 che erano costretti a creare in gallerie scavate nel sottosuolo, di trasporti forzati da un campo all’altro, di ultimi e precipitosi sfollamenti finiti in tragedie immani.
Il volume è agile e snello, ricco di informazioni, strutturato in tre parti funzionali: prima parte- la mia esperienza, seconda parte- gli altri lager nazisti, terza parte- i campi fascisti, segue l’elenco delle carceri, in Slovenia e in Italia, da cui si veniva deportati nei campi.
Ogni breve capitolo che descrive i campi termina con la sezione PER APPROFONDIRE: nome del sito da visitare, indirizzo completo, numero di telefono e fax, sito internet.
Boris Pahor ha potuto così sdebitarsi con tutte le persone incontrate nei campi di concentramento e che in qualità di interprete e di infermiere non ha potuto aiutare “a evitare il sadico torchio del male”.

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Necropoli
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Commenti

8 risultati - visualizzati 1 - 8
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Ciao, Laura. Sempre molto interessanti i tuoi commenti. Dell'autore ho letto solamente "Necropoli", un libro per certi aspetti notevole. Il suo valore, però, è essenzialmente contenutistico. Il livello letterario sicuramente non è trascurabile, ma non equiparabile, ad esempio, a quello raggiunto da Primo Levi.
Ciao Emilio, sì è la stessa sensazione suscitata in me da questa lettura: molto interessante il contenuto ma nessuna ricerca stilistica, "Necropoli" è in lista, lo inizierò a giorni, ti farò sapere. Penso però che gli altri suoi scritti possano riservare piacevoli sorprese stilistiche, se è vero che per i francesi meriterebbe il Nobel, almeno mi sembra di aver letto così...
Molto interessante, Laura, il tuo commento. Non ho letto niente di questo autore che però presenta diversi aspetti per me interessanti.
In risposta ad un precedente commento
siti
07 Giugno, 2015
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Ciao Anna Maria, sì è un uomo interessante ma anche scomodo, a quanto ho capito, osannato da un lato, criticato da un altro. La storia intrecciata alla sua vita è molto interessante: Slovenia, Trieste, Italia, Tito, foibe, fascismo, nazismo, docente universitario , vasta produzione letteraria. Insomma se uno ha interesse, c'è da perdersi. Per me è tutto da conoscere.
Non conosco questo autore e la tua recensione mi fa venir voglia si leggere qualche sua opera.
Grazie, Laura-
Nato nell'agosto 2013 ?
:-)
In risposta ad un precedente commento
siti
08 Giugno, 2015
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Grazie a te Renzo.
In risposta ad un precedente commento
siti
08 Giugno, 2015
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Grazie C.U.B, non mi ero accorta!!
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