Dettagli Recensione
I suoni dei ricordi
Non è un vero e proprio romanzo, è piuttosto una lunga poesia, che suscita una grande malinconia. Sono pagine intrise di ricordi, che escono dalle loro scatole, dilagano nel cuore, prendono possesso della mente. Personalmente non l’ho apprezzato, perché non è un genere nelle mie corde, non avendo una solida struttura narrativa, ma è indubbio che può affascinare e conquistare, perché è molto evocativo. La parte che mi è piaciuta di più è quella dedicata all’alleanza con i nonni ed all’amore per i libri. Perché i libri sono talismani preziosi, una porta sempre aperta verso altri mondi. La scommessa di ogni libro è tenerti stretto fino a farti uscire dalla porta finale, ma ogni vero lettore sa che spesso quella porta non c’è o non si apre per te. Questo libro non mi ha tenuto stretta ed anche la chiave di entrata non era quella giusta per me, ha fatto solo un piccolo clic ed io sono rimasta a guardare fuori dalla porta. Ne consiglio comunque la lettura, perché penso che sia un libro che possa essere anche molto apprezzato.
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Commenti
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In ogni caso, pur avendo letto tutti e tre i romanzi in ordine di pubblicazione e pur avendo amato infinitamente i primi due (sono un'appassionata di storia armena e consiglio a tutti Armenia di Gilbert Sinoué), ho trovato quest'ultimo bruttino, dalla trama labile ed evanescente e molto focalizzato su descrizioni superflue.
Avrei preferito la rappresentazione delle vicende personali dei sopravvissuti. Non è il romanzo storico che mi aspettavo.
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