Dettagli Recensione
Bruttura trasformata in poesia
Alda Merini
L'altra verità
In questo libro c'è il resoconto dei tristi momenti vissuti dalla poetessa Merini in manicomio, si alternano pagine in cui vengono descritte le peculiarità degli ospiti con i quali la protagonista condivideva questa infelice esperienza , e poi ci sono capitoli riguardanti le "particolari" cure praticate sui malati di mente come l'elettroshock, o l'uso di farmaci che paralizzano il sistema nervoso centrale. Ma quello che mi ha colpito di più e che , a mio avviso emerge prepotentemente da queste pagine, è la capacità della poetessa di svillupare empatia, condivisione della sofferenza, sentimenti di forte umanità, immedesimazione nel vissuto altrui e soprattutto tanta poesia, nonostante le brutture che la circondavano. Concludo estrapolando dei passaggi del testo che reputo importanti,
uno spaccato sulla solitudine:
..."si parla spesso di solitudine, fuori, perché si conosce solo un nostro tipo di solitudine. Ma nulla è così feroce come la solitudine del manicomio. In quella spietata repulsione da parte di tutto si introducono i serpenti della tua fantasia, i morsi del dolore fisico, l'acquiescenza di un pagliericcio su cui sbava l'altra malata vicina, che sta più su. Una solitudine da dimenticati, da colpevoli. E la tua vestaglia ti diventa insostituibile, e così gli stracci che hai addosso perché loro solo conoscono la tua vera esistenza, il tuo vero modo di vivere"
e spunti sulle cause della pazzia
..."l'uomo è socialmente cattivo, un cattivo soggetto. E quando trova una tortora, qualcuno che parla troppo piano, qualcuno che piange, gli butta addosso le proprie colpe, e , così, nascono i pazzi.. Perché la pazzia , amici miei, non esiste. Esiste soltanto nei riflessi onirici del sonno e in quel terrore che abbiamo tutti, inveterato, di perdere la nostra ragione"
Per riflettere