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La Storia
Fetore, scheletri tremanti, sangue, brandelli di carne umana attaccati alla recinzione elettrica, il pianto flebile di un bambino, subito dopo la raffica dei mitra, ordini tedeschi freddi e perentori, un urlo di donna, cani da guardia affamati, il gelo, le malattie, i numeri tatuati sulla pelle lacera, gli zoccoli duri per tutte le stagioni, la divisa a righe, il fumo acre dei forni crematori, bruciare i propri compagni di sventura, i vestiti accatastati negli stanzoni, la montagna di corpi nelle camere a gas. Ecco, questa è La Storia.
Immagini scioccanti scorrono davanti agli occhi lucidi di Enrico Vanzini. Racconti da brivido accapponano la pelle dei giornalisti sconvolti, scene disumane popolano le notti dei sopravvissuti. L’unico modo per non ripetere gli stessi errori è raccontare, ricordare, tramandare.
In questo caso, lo stile non ha rilevanza, è il contenuto prezioso, travolge e addolora.
Concludendo, una testimonianza semplicemente tremenda, da leggere per non dimenticare.
Grazie Vanzini.
“Ho novant’anni ormai, non ho più voglia di serbare rancore. Ogni tanto accendo la mia tastiera, faccio partire una base di batteria, e comincio a suonare. La musica si sovrappone alle immagini di morte e dolore che rivivo nella memoria, rubando la scena all’orrore. É difficile convivere con questi ricordi, ma devo farlo, perché voglio resistere. Eppure sento che, se mai dovessi affrontare una nuova Dachau, preferirei morire. Sì, meglio la morte. Spero che una cosa simile non accada mai più. Lo spero per tutta l’umanità.”
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Commenti
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Grazie Sary ( e Pia che per prima lo ha proposto ).
Sono io che ringrazio te, che reputo preziosa presenza in questo sito letterario...grazie dal profondo del mio cuore!!!
Grazie a Cub.
Pia
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