Dettagli Recensione
Abnegazione e rinascita.
Con un salto indietro nel tempo ha inizio quest'opera di Alda Merini. Il Mondo che ci viene presentato è quello dei manicomi prima della riforma apportata dalla legge Basaglia, prima che l'orrore venisse agli occhi e che questi fossero rivolti su una problematica tanto concreta quanto attuale che negli anni è giunta ad essere sempre più considerata come un bieco travestimento per la forma di detenzione carceraria più nota, da qui la nomea di “ergastolo bianco”.
Tanto in primo piano quanto sullo sfondo un matrimonio ed un marito, figli, amore e reclusione, compagnie di prigionia nella clinica di salute mentale, tentativo di abnegazione del proprio io e del proprio essere attorniato dalla lotta impellente di non perdere mai di vista sé stessi, e molto altro ancora, sono la testimonianza fatta parola del genio e della malattia della donna, il tutto avvalorato dalla prova dell'inadeguatezza di quelle “cure” che al tempo venivano considerate normali e giuste e per le quali oggi rabbrividiamo al solo pensiero.
Crudo, sincero ed amaro. Scorrendo le pagine si respira la claustrofobia, il terrore, la gioia nelle e delle piccole cose e si, anche la rinascita. Non vi è altra descrizione per questo componimento che nulla risparmia al lettore. Forse, l'unica pecca, è determinata dal fatto che a tratti può risultare un po' confusionario, cosa che comunque non ne preclude la lettura. Per apprezzarlo, infatti, non occorre essere ammiratori segreti e non dell'autrice (io ad esempio prima di quest'opera non avevo mai letto niente di lei perché non rientra molto nel mio genere, sono stata spinta ad acquistarlo perché naturalmente curiosa, ed ora a distanza di anni continuo ad averne un ricordo vivido), basta aver voglia di confrontarsi con qualcosa di diverso.
Un libro che fa riflettere, che ti prende per l'interesse che è capace di suscitare e che ti fa chiedere: «Chi sono i “normali”, chi sono i “diversi”? Non è che alla fin fine siamo tutti un po' “diversi”; anche e non di meno per i casi della vita?».
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Commenti
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Che grande poetessa Alda Merini!
Ho riletto più volte il tuo commento, molto profondo e toccante.
Sono già alla ricerca di questo testo dato che mi hai convinto a leggerlo.
Ho letto qualche poesia della Merini e mi ha rapito.
Non entro nel merito della malattia e tanto meno commento la società che l'ha reclusa.
Come diceva una canzone di qualche anno fa:
"Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior."
Gloria ad Alda, che da quel "letame" alla quale è stata costretta, è sbocciata come un bellissimo fiore
Bravissima.
Saluti
Riccardo
Eh si Annamaria, è proprio un bel quesito quello finale, fa riflettere soprattutto dopo la lettura dell'opera e la descrizione delle condizioni in cui la donna verteva..
"Ergastolo bianco" è una definizione che è stata attribuita alla vita nei manicomi soprattutto (ma non solo) perché spesso vi si accedeva con un biglietto di sola entrata, questo risultava essere in contrasto con il principio della determinazione della pena. Esistono varie tesi in proposito Rollo, le ho trovate molto interessanti, appena mi viene in mente qualche titolo te lo passo così, se ti interessa, puoi approfondire l'argomento. :-)
Mi fa molto piacere sapere che il mio commento ti ha toccato Riccardo, spero che tu sia riuscito a trovare il testo, non è recentissimo e talvolta può essere difficoltoso procurarselo (esperienza personale). E quant'è calzante la citazione che hai messo in evidenza!
Trovato, letto, amato e recensito.
Complimenti
Saluti
Riccardo.
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