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L'altra verità. Diario di una diversa
 
L'altra verità. Diario di una diversa 2015-02-05 20:03:05 Mian88
Voto medio 
 
3.3
Stile 
 
3.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
3.0
Mian88 Opinione inserita da Mian88    05 Febbraio, 2015
#1 recensione  -   Guarda tutte le mie opinioni

Abnegazione e rinascita.

Con un salto indietro nel tempo ha inizio quest'opera di Alda Merini. Il Mondo che ci viene presentato è quello dei manicomi prima della riforma apportata dalla legge Basaglia, prima che l'orrore venisse agli occhi e che questi fossero rivolti su una problematica tanto concreta quanto attuale che negli anni è giunta ad essere sempre più considerata come un bieco travestimento per la forma di detenzione carceraria più nota, da qui la nomea di “ergastolo bianco”.
Tanto in primo piano quanto sullo sfondo un matrimonio ed un marito, figli, amore e reclusione, compagnie di prigionia nella clinica di salute mentale, tentativo di abnegazione del proprio io e del proprio essere attorniato dalla lotta impellente di non perdere mai di vista sé stessi, e molto altro ancora, sono la testimonianza fatta parola del genio e della malattia della donna, il tutto avvalorato dalla prova dell'inadeguatezza di quelle “cure” che al tempo venivano considerate normali e giuste e per le quali oggi rabbrividiamo al solo pensiero.
Crudo, sincero ed amaro. Scorrendo le pagine si respira la claustrofobia, il terrore, la gioia nelle e delle piccole cose e si, anche la rinascita. Non vi è altra descrizione per questo componimento che nulla risparmia al lettore. Forse, l'unica pecca, è determinata dal fatto che a tratti può risultare un po' confusionario, cosa che comunque non ne preclude la lettura. Per apprezzarlo, infatti, non occorre essere ammiratori segreti e non dell'autrice (io ad esempio prima di quest'opera non avevo mai letto niente di lei perché non rientra molto nel mio genere, sono stata spinta ad acquistarlo perché naturalmente curiosa, ed ora a distanza di anni continuo ad averne un ricordo vivido), basta aver voglia di confrontarsi con qualcosa di diverso.
Un libro che fa riflettere, che ti prende per l'interesse che è capace di suscitare e che ti fa chiedere: «Chi sono i “normali”, chi sono i “diversi”? Non è che alla fin fine siamo tutti un po' “diversi”; anche e non di meno per i casi della vita?».

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Commenti

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Bel quesito finale, Maria! Difficile dare una risposta!
Brava Maria! Di sicuro la Merini e le sue opere fanno riflettere.....
Vorrei sapere con che diagnosi è stata ricoverata. La sua capacità di scrivere un libro lucido non depone certo per una malattia mentale da ricovero.
Un bel commento, Maria.
Che grande poetessa Alda Merini!
siti
06 Febbraio, 2015
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Bel commento. Penso che Merini con tutta la sua produzione e con la sua vita, a discapito della schizofrenia, sia riuscita a dimostrare che si può convivere con la malattia mentale che è invalidante solo se non è curata o quando si esprime nella sua fase acuta.
"Ergastolo bianco"... Definizione azzeccata, significativa: non la conoscevo...
https://www.youtube.com/watch?v=uontLeE3JWw
Riccardo76
07 Febbraio, 2015
Ultimo aggiornamento:
07 Febbraio, 2015
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Molto brava, complimenti.
Ho riletto più volte il tuo commento, molto profondo e toccante.
Sono già alla ricerca di questo testo dato che mi hai convinto a leggerlo.
Ho letto qualche poesia della Merini e mi ha rapito.
Non entro nel merito della malattia e tanto meno commento la società che l'ha reclusa.
Come diceva una canzone di qualche anno fa:
"Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior."
Gloria ad Alda, che da quel "letame" alla quale è stata costretta, è sbocciata come un bellissimo fiore
Bravissima.
Saluti
Riccardo
Che dire, vi ringrazio di cuore per aver letto la mia opinione e per avermi reso partecipe dei vostri commenti, è sempre una grande gioia potersi confrontare con voi.
Eh si Annamaria, è proprio un bel quesito quello finale, fa riflettere soprattutto dopo la lettura dell'opera e la descrizione delle condizioni in cui la donna verteva..
"Ergastolo bianco" è una definizione che è stata attribuita alla vita nei manicomi soprattutto (ma non solo) perché spesso vi si accedeva con un biglietto di sola entrata, questo risultava essere in contrasto con il principio della determinazione della pena. Esistono varie tesi in proposito Rollo, le ho trovate molto interessanti, appena mi viene in mente qualche titolo te lo passo così, se ti interessa, puoi approfondire l'argomento. :-)
Mi fa molto piacere sapere che il mio commento ti ha toccato Riccardo, spero che tu sia riuscito a trovare il testo, non è recentissimo e talvolta può essere difficoltoso procurarselo (esperienza personale). E quant'è calzante la citazione che hai messo in evidenza!
In risposta ad un precedente commento
Riccardo76
12 Febbraio, 2015
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Grazie ancora Mian, mi hai suggerito un libro favoloso.
Trovato, letto, amato e recensito.

Complimenti
Saluti
Riccardo.
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