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Questo libro è ricavato da parti di appunti, annotazioni, riflessioni di un diario tenuto per oltre un ventennio, fino al 2003.
In esso emerge la graduale evoluzione degli ultimi decenni di vita di un grande giornalista e scrittore, ma soprattutto di un uomo alla ricerca di significato e, in definitiva, di se stesso.
Chi ha letto i suoi ultimi libri non si sorprenderà del suo cammino interiore intrapreso, della scoperta che "nel viaggio della vita non si può essere solo autostoppisti".
Quest'uomo innamorato dell'Oriente deve continuamente constatare la durezza della Storia e il crollo delle illusioni ad essa legate. Pur subendo il fascino della Cina, annota: "Poveri comunisti cinesi (...). Senza relazione col passato, vagano verso il futuro".
Meglio l'India che, nonostante la sporcizia che non manca di annotare, irradia una essenza di spiritualità, percepibile in vari luoghi.
Il Giappone lo delude assai.
Affiora, intanto, la sua condizione di depresso; dice di tendere al passato e al futuro, "ma il presente mi annoia".
Il giornalismo non lo interessa più; unico punto fermo rimane l'affetto familiare.
Una svolta decisiva giunge nel '97, quando gli viene diagnosticato il cancro.
Comincia ad interessarsi sempre più alle varie forme di spiritualità orientale ed è proteso alla stesura del suo ultimo libro.
Un personaggio di Potok dice che "la conoscenza del dolore è importante (...): distrugge la nostra arroganza, la nostra indifferenza. Essa c'induce a constatare quanto siamo (...) fragili".
Terzani sente sempre più acutamente la verità delle cose: "L'adrenalina del successo (...) dura solo qualche ora. Poi subentrano il vuoto, il silenzio" ; "Incomincio ad abituarmi all'idea (...) di non avere un'identità legata a qualcosa che è fuori di me".
Prende la decisione di ' sottrarsi al mondo ' : trascorre lunghi periodi di solitudine in una piccola costruzione in pietra, a 2300 metri di altitudine, davanti all'Imalaya, dove "ci sono mille ragioni per non fare, perché si scopre il bel piacere dell'essere" : "...rifletto su chi sono e per la prima volta sento forte che non sono il mio corpo".
L'aspirazione ora riguarda, come scriveva M. Yourcenar, "il sentimento che riunisca il sacro, la bellezza e la felicità della vita".
Ed è proprio su questo presupposto che, al matrimonio della figlia, pronuncia il bellissimo discorso, la cui traccia è posta a chiusura del libro.
Indicazioni utili
qualche libro dell'autore
Commenti
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Qui la lettura, anche se interessante, risulta a volte un po' dispersiva, proprio per la composizione dell'opera.
Questo libro, però, essendo ricavato da annotazioni, nella prima parte non mi è stato di agevole lettura; più interessante la seconda parte. Comunque chi ha letto alcuni libri dell'autore sicuramente può trarre motivi di interesse.
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familiari forti, come valore aggiunto e non come fuga.