Dettagli Recensione
Animali (topi gatti cani e mia sorella)
Una chicca. Semplicemente una piccola deliziosa rarità. In questo suo breve ma esaustivo e ricco libricino Cornia ripercorre gli anni della sua vita prima con la presenza di animali e dopo con la loro assenza. Retoricamente parlando il filosofo ci mostra gli aspetti della natura a noi vicini e a noi lontani, quelle sfumature di colore che quando abbiamo dinanzi agli occhi non riusciamo a percepire quasi fossimo accecati da una luce e non avessimo gli occhiali da sole per filtrarla.
Parte dai topi il nostro autore. Siamo nella “casa vacanze” a Guzzano e sua sorella, nonostante la precedente derattizzazione del ’92, ha accolto alle sue amorevoli cure dei piccioni col vaiolo che hanno a loro volta richiamato topi, arvicole e ratti a volontà. Da qui l’arguto pensatore si sposta sulle variabili di “eliminazione” di questi ultimi riflettendo sui pro e i contro, ma anche sull’intelligenza di questi mal visti esseri, della loro uccisione; sulle modalità adottate e sulla inevitabilità del conosciuto epilogo. Con questa riflessione introduce il tema della pena di morte ancora oggi vivente in taluni paesi e con semplici esempi invita alla riflessione del lettore.
Abbraccia la filosofia felina descrivendone la psiche con maestria. Ci racconta della gatta persiana che ha partorito ben 17 volte e della sua voglia di insegnare, di seguire i suoi cuccioli di difenderli da Celeste pronto immediatamente ad annegarli o a spaccargli la testa pur di sbarazzarsene; ci narra le avventure di Cito, Cionci e la Pinza, del loro acume e della loro intelligenza; del loro farsi voler bene e considerarti una loro proprietà, della depressione della micia e della non poi così grande diversità tra umani e gatti. Ci descrive la situazione di chi umanizza e di chi lascia inalterato l’animus dell’animale; delinea il bisogno stesso di questi quasi elastici esserini che pur se indipendenti bisognosi di affetto. Cornia non si risparmia e non ci ovatta niente; tanto meno le uccisioni da parte di terzi di questi cuccioli anche con spari o veleni di più generi. Una domesticità molto diversa dalla tradizionale.
Infine Tobia, l’ultimo ma non il primo cane entrato nell’abitazione di Cornia, conclude con la sua apparente pazzia questo breve saggio sulle convivenze animalumane. Tobia è il cane della sorella. Questa, uscendo un giorno di casa per andare a comprare un paio di scarpe, è tornata con le predette calzature e Tobi; un delizioso incrocio di più razze; alto circa 80 cm e amante di una sola ed unica persona: lei. Tutti gli altri individui non sono ben accetti e non possono compensare l’assenza della famigerata sorella dell’autore. Tra Cornia e Tobi nasce immediatamente un rapporto contrastante, letteralmente di chi; scusate il francesismo; “piscia più lontano”. Lotte interminabili per il divano, stratagemmi di crakers, sguardi funesti e piccoli morsi inattesi quando nessun gesto era anche solo lontanamente pericoloso, patti silenziosi, conflitti e affetti. Una convivenza che si aggiunge alla già precaria condivisione di spazi con la sorella e le sue regole fortemente tutelanti della libertà e psiche animale.
Cornia in queste ultime pagine ci mostra il suo lato più ironico, apparentemente quasi delirante per chi è un animalista al 100%, per giungere infine a tracciare il labirinto delle emozioni.
Lo stile narrativo ricorda la lingua parlata, come se fosse stato scritto di getto ciò che l'autore stava pensando in quel momento. Una impostazione che può piacere o meno.
Vi lascio con un incipit:
“[..] che un gatto ha un modo di volerti bene che non è tanto un modo di volerti bene, quanto il considerarti una sua proprietà, secondo questa opinione tu per lui saresti una sua proprietà, una sua cosa. A questo riguardo chiunque abbia un gatto lo sa che il gatto ha una sua ben specifica psiche, e che se tu ti siedi a una tavola e inizi a scrivere su un foglio, oppure apri davanti a te una rivista ed inizi a leggerla, dopo dieci minuti che sei li tutto assorbito che sfogli e leggi sta rivista in quel momento arriva il gatto e si sdraia al centro della rivista, e se il gatto sta dormendo in una poltrona e tu vai a sederti a tavola magari con un foglio su cui devi fare dei compiti, oppure appoggi sulla tavola una rivista per leggerla, mettiamo anche che sia diventato buio e tu hai acceso una lampada per guardare bene il tuo foglio, e tutto il resto della tavola sia libero e nel resto della stanza ci siano altre tre poltrone libere e la stanza sia completamente vuota, comunque dopo un quarto d’ora che tu sei li e che stai leggendo la tua rivista appoggiata alla tavola, in quel momento il tuo gatto in gran silenzio arriverà e si sdraierà esattamente in mezzo alla tua rivista bella aperta, proprio nel punto dove stai guardando e se tu lo sposti lui continuamente cerca di tornare li, perché non vuole stare a dieci centimetri da quello che stai facendo ma VUOLE STARE ESATTAMENTE NEL MEZZO DI QUELLO CHE STAI FACENDO. [..]
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Commenti
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Sono molto felice di poter in quache modo essere d'aiuto a chi come me ama la lettura. Grazie di cuore :)
:-)
Ed è vero, i miei gatti fanno sempre così.
Grazie Cub! :)
Buona giornata
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