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Cento giorni sul comò: una strana vita normale
Pino Tossici, sportivo, bancario ,questo e altro ancora si occupa da tempo di scrittura di sè intesa anche come aiuto psicoanalitico: riversare la propria vita, i propri ricordi su carta o su file può essere una catartica seduta di psicanalisi utile a comprendersi e di conseguenza a comprendere.
Cento giorni sul comò è un risultato dei suoi interessi scientific: si tratta infatti di una autobiografia dell'autore molto particolare ed ironica incentrata sì sul protagonista ovvero lo scrivente ma anche sui comprimari principali senza i quali l'autore non potrebbe raccontarsi: i suoi genitori.
In Tristam Shandy , uno dei più originali romanzi o antiromanzi della fine del XVIII secolo, Lawrence Sterne occupa molte pagine del libro scrivendo dei genitori di Tristam e del suo concepimento ( in termini assolutamente casti e ironici), altresì Tossici tratta dell'incontro e del successivo matrimonio dei genitori imparzialmente e ironicamente.
Personaggi originali mamma e papà Tossici: lui forse un tantino dimesso, tipico travet venuto fuori dal niente, lei coltissima e sempre inadeguata forse perché un tantino avanti rispetto ai tempi per questo sempre petulante, depressa, sempre attenta a riversare sulla sua famiglia le sue inadeguatezze e i suoi malesseri interiori.
Il protagonista prima Peppino, poi Pino, minuto, scanzonato, lettore instancabile non è al primo posto nella narrazione. L'autore quando parla di sè quasi si sdoppia e questo accresce senz'altro la base ironica di tutta la narrazione.
Divertente e scorrevole nei capitoli che parlano della famiglia e dell'autore da bambino e da adolescente , il libro diventa però affrettato e un tantino didascalico nei capitoli finali dando quasi l'impressione di non aver voluto soffermarsi troppo sugli episodi più recenti forse perché non sufficientemente metabolizzati. Lettura in ogni caso interessante che contribuisce a farsi l'idea come la vita di ognuno sia al tempo stesso straordinaria e normale.