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Tutti primi sul traguardo del mio cuore
 
Tutti primi sul traguardo del mio cuore 2013-11-22 04:21:11 Bruno Elpis
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Stile 
 
4.0
Contenuto 
 
4.0
Piacevolezza 
 
5.0
Bruno Elpis Opinione inserita da Bruno Elpis    22 Novembre, 2013
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L’Italia su due ruote

“Tutti primi sul traguardo del mio cuore” è una retrospettiva romanzata del Giro d’Italia 2013, scritta da Fabio Genovesi che – nello staff del Corriere – parte per un’avventura a tappe in compagnia dell’amico-autista Enzo.
L’autore ricorda il suo amore giovanile per la bicicletta: si era ripromesso di coronare un sogno, quello appunto di partecipare, un giorno, al Giro d’Italia, da protagonista: “All’epoca non l’avrei mai detto che al Giro poteva servire uno scrittore”! La scrittura diventa dunque il modo attivo e personale di vivere un’avventura che appassiona l’Italia intera. Così, con tanta ironia e con una punta di nostalgia, Genovesi ci conduce attraverso località, tradizioni, manie e sogni che aleggiano sulla nostra penisola, scandendo l’itinerario con le tappe del giro ciclistico e proponendo una divertente cronaca della gara (“Maglia rosa, maglia azzurra del miglior scalatore, rossa per la classifica a punti e bianca per il miglior giovane saranno protette dalle Ombrelline…”).

Oltre all’escursione geografica, il romanzo è anche l’occasione per narrare aneddoti e curiosità sui campioni del ciclismo: del passato e di oggi. A partire da colui che vincerà il Giro 2013: Nibali, “il giovane siciliano soprannominato lo Squalo dello Stretto, che sente l’odore del sangue ed entra in frenesia. Il sangue è quello di Wiggins…”
In questa rassegna naturalmente non possono mancare Gino Bartali (corre l’anno 1948: “Si racconta che De Gasperi e Andreotti telefonarono a Gino, che arrancava al Tour, chiedendogli una grande impresa perché gli italiani si esaltassero per la bicicletta e scordassero i bollori rivoluzionari”) e Fausto Coppi, Darwin Atapuma detto “El Puma” (“timidissimo… doveva fare il campesino…”), il Girardengo degli anni venti, il velocista colombiano Edwin Avila, i tre rivali Zandegù, Merchx e Gimondi. E naturalmente non può mancare il Pirata: “Da ragazzino ero innamorato di Pantani, come tutti. E quello che esaltava del Pirata non erano i suoi primi posti, erano le imprese, era il fatto che lui ci provava, sempre”.

Da non sportivo quale sono, durante la lettura mi sono sorpreso ad apprezzare il retrogusto di un romanzo che racconta lo sport non soltanto come tale, nelle sue gioie e nei suoi dolori, ma anche come disciplina di vita e come allegoria. E’ il caso del “paradosso della solitudine del ciclista”: “Quando le tappe sono adatte alla volata, i tuoi compagni non hanno il passo per starti accanto e lanciarti nello sprint, quando invece ci sono le montagne, loro se ne vanno lassù a tutta velocità mentre tu annaspi da solo in fondo al gruppo, sperando di sopravvivere in qualche modo”. Non è forse, questa, una metafora della solitudine umana?

Bruno Elpis

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Commenti

7 risultati - visualizzati 1 - 7
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Bruno, mi ha fatto un enorme piacere leggere la tua recensione. Non amo particolarmente il ciclismo (specialmente oggi con quel che succede) ma i ciclisti. Sul podio per me a pari merito ci sono Pantani e Coppi due persone veramente speciali ma anche fragili. Grazie
In risposta ad un precedente commento
C.U.B.
22 Novembre, 2013
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Quella e' strategia, credo. Sempre metafora umana e'.
Bel commento !
Ho seguito per qualche anno il ciclismo,l'epoca di Bugno e Chiappucci.Uno sport solitario e faticoso anche per chi lo guarda...ore e ore di diretta delle varie tappe, ma era bello,davvero.
Poi ci si è messo in mezzo il doping e vabbe.....
Però lo metto in wl,mi hai ricordato qualcosa che mi piaceva tanto :)
In risposta ad un precedente commento
Pia Sgarbossa
22 Novembre, 2013
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Simpatica recensione che mi fa ricordare quando con i miei alunni di classe quinta di cinque anni fa, vincemmo un concorso e potemmo assistere all'arrivo del giro d'Italia nel nostro comune...un'esperienza bellissima, che non scorderò facilmente...e un mio alunno in quell'occasione è stato anche intervistato al programma di rai tre che da sempre segue il giro...bei ricordi...
Grazie Bruno per la segnalazione.
Pia
Grazie per i vostri interventi... sono la dimostrazione che il ciclismo è uno sport che arriva direttamente al cuore, come recita il titolo del romanzo. Sarà che io odio la società calciocentrica e calcioriferita, nella quale se un libro - opera dell'ingegno e, in taluni casi, opera d'arte - costa 20 euro, si protesta. Mentre non si batte ciglio se un idiota che si rifiuta di incontrare un malato di leucemia viene coperto d'oro e di contratti euro-milionari perché sa appoggiare i piedi sul pallone... Scusate l'acredine, ma quando ci vuole, ci vuole.
In risposta ad un precedente commento
Pia Sgarbossa
22 Novembre, 2013
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Grande Bruno !!!
Ottima idea per il regalo di Natale di mio marito da anni nel mondo del ciclismo. Grazie Bruno per la segnalazione .
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