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Polvere di caffe'
Prima o poi sopraggiunge un momento in cui le incombenze quotidiane, siano esse imbevute di amore o sofferenza, vecchiaia o malattia, non ci accompagnano piu', sono sepolte di assenza.
Ogni gesto diviene memoria, ricordi, malinconia, un padre se ne e' andato e resta il vuoto di oggi e di domani.
Ieri no, ieri ritorna, sempre piu' spesso. Ieri e' il futuro di polvere.
Valerio Magrelli ripensa a suo padre, rielaborando l'uomo che fu e che scivolo' via nei suoi anni piu' immaturi di figlio, mischiando pagine veloci e profonde, ironiche o accorate, annodando istantanee cromatiche di un papa' giovane, caparbio, colto ed affettuoso, intollerante e collerico giustiziere di ogni sorta di prevaricazione, a scatti in bianco e nero di uomo invecchiato, cui la malattia ha inibito l'uso della muscolatura prima, della mente poi.
La decadenza dell'uomo incombe, l'evoluzione dei ruoli incalza, trasformando il figlio in padre ed il padre in figlio, in una comunione nel cui tabernacolo il piu' forte si cura del piu' debole.
Cosi' nel romanzo la prima infanzia di Valerio e la seconda infanzia di Giacinto si tengono per mano, una mano informe , senza segni distintivi : solo una stretta, il caldo tepore della carne della tua carne per sostenere, per alleviare la sofferenza in un quartetto d'archi che annuncera' prima o poi, inevitabilmente, l'ultimo addio.
Intellettualmente prolifico, stilisticamente raffinato, il libro si legge velocemente e piacevolmente, nel tributo ad un genitore che andandosene lascia un vuoto dal peso specifico esclusivo, in pagine intime e colme di affetto .
E allora si espande il profumo di caffe', dietro una porta socchiusa da aprire senza chiedere il permesso.
Buona lettura.
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Commenti
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stilisticamente dai filo da torcere a Magrelli !!!
Grazie a voi di avermi letta :-)
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