Dettagli Recensione
Oltre il limite che la coscienza consente
Del racconto teso, drammatico, spietato e tenero al tempo dell'autrice di "Alla fine resta l'amore" colpisce soprattutto Il coraggio di oltrepassare il limite che la coscienza impone nell' evitamento del dolore. Claudia Mehler, madre di S., bambina di sette anni abusata da un bidello, nell'ignavia colpevole di una intera comunità', riesce a raccontare l'istante in cui la sua mente, e il pensiero si bloccano, come in un blackout. Perché la verità da prendere in considerazione e di cui assumersi la responsabilità è troppo forte, e incide come con un coltello, segni che difficilmente potranno essere cancellati. Ma Claudia affronta l'onda di dolore e spaesamento, la solitudine che condivide solo con L. suo marito e padre amorevole di S., e si situa dalla parte di sua figlia. Non l'abbandona. E con lei affronta il dolore e la sua elaborazione. E infine la guarigione da una vicenda terribile. Claudia entra nella zona d'ombra abitata da chi non è creduto. Da chi mente perché "è bugiardello" e non ha diritto di parola e giustizia. Come i bambini e le donne. L'evitamento della verità, e del dolore conseguente che permetterebbe di ricostruire la realtà e dare un nome alle cose, è quanto Claudia ed L. trovano nel loro percorso. La scuola, la maestra, i genitori dei compagni di S., gli amici stessi, preferiscono agire un comodo azzeramento dell'accaduto. Per non cambiare in nulla l'andamento passivo delle loro vite. Così la vittima subisce un secondo e forse più grave danno. La messa in dubbio della sua credibilità e della sua stessa identità. Per fortuna ci sono anche le persone per bene, tutte quelle che hanno creduto a S. e ai suoi genitori, e si sono battute purtroppo inutilmente insieme a loro. Quando ci si trova scaraventati in un mondo che s'identifica più con l'aggressore che con la vittima, l'unica cosa che resta da fare per resistere è raccontare. Scrivere la storia senza paura di andare fino in fondo. Sopportandone il costo. Il risultato è una narrazione che non si può abbandonare, e che obbliga a tenere gli occhi bene aperti dalla prima all'ultima pagina.
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