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Un approfondimento sui Vangeli
Per chi conosce già Corraudo Augias questo suo modo di procedere, narrativamente parlando, è un metodo usuale. Già in passato infatti lo scrittore ha affrontato tematiche a sfondo religioso-filosofico attraverso un dialogo costruttivo avvalendosi della collaborazione autorevole di eminenti studiosi in materia, con l’obiettivo di porre domande, eseguire riflessioni, sostenere la necessità di approfondimenti. Questo libro pertanto segue lo stesso percorso: Augias dialoga con lo storico del cristianesimo Giovanni Filoramo con l’obiettivo di esaminare i Vangeli chiedendosi “se non sia possibile raccontarli come se fossero parte di un dramma o d’un romanzo” appartenente al genere fantastico, partendo da una riflessione di Borges in tal senso (“i testi sacri sono un ramo della letteratura fantastica”). Da questo presupposto l’ateo Augias intavola con il professor Filoramo una discussione che tenta innanzitutto di dare una collocazione storica alle Scritture anche se non esita a sconfinare nel campo della filosofia, in particolare richiamando diversi concetti cari allo “Gnosticismo” quale corrente nata proprio nei primi secoli della Chiesa e che discostandosi dal percorso tipicamente cattolico, tende ad affermare una componente più intimistica e spiritualistica della salvezza come ricerca della “Verità” dentro sé stessi, in alternativa al messaggio tradizionale. Augias e Filoramo affrontano così diversi aspetti che presentano come spina dorsale l’analisi dei Vangeli canonici (con un interessante approfondimento sul Vangelo di Giovanni che rispetto agli altri tre si distingue per la sua dotta impronta teologica e spirituale), confrontandoli con i contenuti dei Vangeli Apocrifi che invece raccontano, ad es, episodi dell’infanzia di Gesù non riportati nel “canone”. Passano quindi in rassegna una serie di personaggi partendo dalle imprescindibili figure di Gesù, Maria e Giuseppe, cercando di darne una rappresentazione che vada anche oltre al contenuto delle Scritture, per poi allargare l’analisi ad alcuni tra i discepoli più noti, quali Pietro, Giovanni e Giuda (quest’ultimo dall’evidente portata simbolica e misteriosa considerato il ruolo ricoperto). Allo stesso tempo cercano di contestualizzare la narrazione evangelica all’epoca storica in cui si svolge, dissertando sul significato politico dell’occupazione romana della Palestina e quindi mettendo in luce l’ambiguo operato del procuratore Ponzio Pilato.
Un libro che incuriosisce perché tenta di porsi delle domande - spesso ed inevitabilmente lasciate senza risposta o comunque interpretate sulla base delle conoscenze esegetiche e filologiche di cui disponiamo - con l’intento di consegnare al lettore degli strumenti di riflessione personali. Un testo che è sicuramente consigliabile a tutti coloro che si dichiarano affascinati dalla figura di Gesù, forse pensato più per chi desidera avvicinarsi, anche da neofita, allo spirito delle Scritture piuttosto che a coloro che invece “masticano la materia”. In definitiva una lettura consigliabile che a tratti tende però a perdersi per strada ed a risultare anche un po’ noiosa e prevedibile in alcuni approfondimenti (ad es i capitoli riservati al significato della natura nei Vangeli o al ruolo rappresentato dalle folle).
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