Dettagli Recensione
Il filosofo Zen
Nato all’incirca nel 1283, Kenko è considerato uno dei massimi scrittori della sua epoca.
“Ore d’ozio” è l’opera principale in cui esprime la sua attitudine solitaria alla filosofia. Non è infatti improduttivo il suo oziare, durante il riposo egli riflette seduto di fronte al calamaio e annota ciò che possiamo conoscere attraverso la raccolta contenuta in questo volume.
Sono pensieri tra di loro disarticolati e spaziano su svariati argomenti più o meno curiosi.
Potremo seguire inermi l’elucubrare sui caratteri con cui si debba scrivere una determinata frase, oppure abbandonarci ammaliati alle immagini che ripercorrono vivide scene dell’antico Giappone.
Talvolta sono nozioni sulle usanze imperiali, talaltra lezioni di galateo.
L’opera è intrisa della saggezza del buddhismo zen, in cui è evidente la repulsione del monaco per la corsa ai beni materiali dell’uomo stolto e per l’ostentazione di ogni ricchezza, sia essa materiale o intellettuale.
Precaria è la vita, non goderne appieno nella sua semplicità indica un disprezzo implicito della vita stessa.
Consiglio di leggere subito l’esaustiva postfazione di Marcello Muccioli, che è di supporto nell’inquadrare correttamente il periodo storico e la genesi dell’autore.
Poderosa ma fondamentale la mole di note esplicative, denuncio la fruibilità difficoltosa a causa del posizionamento in coda al libro, un'impaginazione migliore renderebbe senz’altro più leggera la lettura.
Sicuramente un libro affascinante per chi ama la cultura orientale più antica, purtroppo fortemente penalizzato dalla struttura scelta dall’editore