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TRA FEDE E RAGIONE
Se pensate ad un noioso testo di apologetica Cristiana siete fuori strada. "Ipotesi su Gesù" e' un emozionante viaggio alle origini della Cristianità' intrapreso con lo spirito del ricercatore affascinato dal mistero del Dio che scende nella Storia. Lo stesso spirito che animava il Pascal dei "Pensieri" più volte citati e così cari all'autore.
Messori coniuga il rigore dello studioso con la passione del credente. Ne risulta un testo profondo ma mai pedante, divulgativo ma mai banale.
Pare a tratti di leggere un romanzo giallo i cui indizi si svelano capitolo dopo capitolo conducendo alla tesi che tanto sta a cuore all'autore: la Verità' di Fede, pur se sottoposta ad un'analisi scientifica, appare assai più verosimile di ogni teoria che ad essa si opponga. L'ipotesi più plausibile a spiegare l'improvvisa nascita e diffusione del credo Cristiano deve, secondo l'autore, necessariamente affermare l'esistenza storica del Cristo e la veridicità sostanziale del messaggio evangelico della Resurrezione.
Due teorie si sono affannate a negare tale Verità di Fede interpretando l'origine della Religione Cristiana in chiave agnostica.
La prima, detta teoria critica, ammette l'esistenza storica di Gesù, profeta o leader carismatico, ma imputa la sua divinizzazione all'opera di una comunità di discepoli che, coi Vangeli, elaborano e promuovono la nuova religione.
La seconda, detta teoria mitica, sostiene invece che Gesù sia semplicemente un mito privo di verità storica. Mito, quello dell'uomo-Dio, giunto dall'Oriente e concretizzatosi poi nella religione Cristiana.
Entrambe le teorie si professano scientifiche. Messori le smonta e le mette in contraddizione.
Come può un messaggio come quello Cristiano, cosi' scandaloso alle orecchie di un giudeo (un Dio che muore nell'ignominia di una morte in croce!) , essere concepito "autonomamente" in ambito ebraico? Una comunità' che avesse voluto divulgare una nuova religione, si sarebbe mai descritta, vile e codarda, mentre rinnega e abbandona il Maestro al suo destino di Passione? Queste ed altre le contraddizioni della teoria critica.
Quanto a quella mitica, a minarne le fondamenta e' la stessa natura improvvisa della rivelazione Cristiana. Un mito ha bisogno di tempo per diffondersi. Al contrario, recenti prove archeologiche dimostrano che la Buona Novella annunciata dai Vangeli e dagli scritti degli apostoli (San Paolo in primis) si sia diffusa gia' da subito, una o due generazioni dopo la morte di Cristo. La forma stessa del testo dei Vangeli, così sobria ed essenziale, ha una urgenza di testimoniare una verità storica che è opposta a quella che si riscontra nel racconto mitologico.
Messori documenta come, nel mondo ebraico, la parabola dell’attesa del Messia raggiunga l’acme sorprendentemente proprio nel primo secolo d.C. scemando poi di intensità nei secoli successivi a seguito della delusione per il mancato avverarsi delle profezie. Oggi gli Ebrei non attendono più il loro Messia: almeno non nella forma con cui fu atteso prima dell'avvento del Cristo.
Un popolo, quello ebraico, davvero “speciale”; non in grado di esprimere livelli culturali ed artistici paragonabili a quelli greci, romani, egizi, mesopotamici ... eppure capace di sopravvivere, unico tra i popoli del mondo antico, per oltre 3000 anni tramandando la sua peculiare religione monoteista.
Il saggio di Messori è estremamente informativo e chiaro. Come lo scrittore osserva nel'introduzione, c'è sempre un certo pudore nel parlare di Gesù e dell'origine del Cristianesimo. L'argomento è pressoché ignorato dalla scuola o dai media. Pensiamo di conoscerlo, ma in realtà non ne sappiamo granché.
Leggere "Ipotesi su Gesù" è dunque occasione di approfondire una conoscenza con un episodio così decisivo nello sviluppo della nostra civiltà.
Non è certo necessario essere credenti per lasciarsi conquistare da questo viaggio.
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Un popolo, quello ebraico, davvero “speciale”; non in grado di esprimere livelli culturali ed artistici paragonabili a quelli greci, romani, egizi, mesopotamici ... eppure capace di sopravvivere, unico tra i popoli del mondo antico, per oltre 3000 anni tramandando la loro peculiare religione monoteista."
E non solo, capace poi di esprimere una cultura nel 1900, pensiamo solo in campo letterario, eccelsa rispetto a quelle coeve e ancora profondamente intrisa della loro religione almeno fino alle nuove generazioni ( vedi Foer) più miscredenti e più vicine al nostro ipocrita modo di essere cristiani.
per me è stata un pò una scoperta ... un vecchio libro polveroso scovato nella libreria di uno zio mancato qualche anno fa.
Fa davvero riflettere
per non parlare dell'enorme contributo dato alla scienza ed al numero di premi Nobel !
Il mio commento si riferiva al confronto con le altre civiltà pre-cristiane
Non conosco Foer. Grazie per la segnalazione ... approfondirò
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