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L'estetica della semplicità
Per chi ama la letteratura giapponese, questo libro è di grandissima utilità, forse perfino necessario.
L'autore, discendente di una famiglia di samurai, visse nel periodo tra '800 e '900. In una prosa molto bella, ci aiuta a comprendere i significati profondi della cerimonia del tè, momento fondamentale della tradizione nipponica.
La cerimonia del tè trova origine nel rituale zen. Lo Zen aspira ad una visione della "comunione profonda delle cose, considerando il loro aspetto esteriore nient'altro che un ostacolo alla chiara percezione della Verità" e mira a far "scoprire nella propria vita il riflesso della luce spirituale".
La ' filosofia del tè ' mostra che il benessere va ricercato nelle cose semplici, e bene si coniuga alla cultura zen che porta a "cogliere la grandezza anche nei minimi eventi della vita".
Il sentiero che conduce alla stanza del tè già rappresenta il primo stadio della meditazione ed ha la funzione di accompagnare al distacco dai legami col mondo esterno : "nella penombra dei sempreverdi (...) e passando accanto a lanterne (...) ricoperte di muschio" si crea una sensazione di serenità e purezza.
Si entra nella stanza tramite una porta bassa, allo scopo "di inculcare umiltà".
Nel piccolo e disadorno spazio interno, estremamente pulito ed essenziale, "niente turba il silenzio all'infuori dell'acqua che bolle nel bricco", sul cui fondo "sono stati disposti alcuni pezzi di ferro, al fine di produrre una melodia particolare. Vi si può sentire l'eco di un acquazzone smorzata dalle nubi; un mare in lontananza che va a frangersi contro gli scogli; (...) oppure il mormorio dei pini sopra una colina lontana". La calma conversazione non deve turbare l'armonia dell'ambiente.
Grande importanza assume il Maestro del Tè che, in un contesto di rara raffinatezza, incarna l'arte stessa. L'estetica ha un ruolo fondamentale; consiste nella bellezza dell'umiltà e della semplicità : "c'è gioia e bellezza anche nell'ondeggiare dei flutti che avanzano verso l'eternità".
Come la vita stessa, anche la letteratura esprime il fascino di questa cultura, impalpabile e ricca di simbolismo.
Chi ha letto il bellissimo "Mille gru" (col suo seguito in "Il disegno del piviere") di Kawabata non fatica a collocare l'opera letteraria nel mondo culturale che l'ha generata.
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letteratura giapponese
Commenti
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Sara
Non so se sia meglio iniziare da questo libro oppure da un romanzo come "Mille gru" di Kawabata (se non addirittura leggerli in parallelo ' contemporaneamente ' ).
Ferruccio
vedendo una copertina new feltrinelli, pensavo fosse un contemporaneo
Mi piacciono molto le tue righe al riguardo, lo prendero' di certo. L'unico mio dubbio e' il titolo, vedo che esistono diverse pubblicazioni dell'autore con titoli simili ma non uguali. Saranno riedizioni o saranno contenuti diversi ? Ne sai qualcosa Emilio ?
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mi hai trasmesso tutta la poesia di questa favolosa cerimonia e di questo libro.
In Giappone tutto è un'arte ed una cerimonia, la cosa più bella è che dietro ad ogni gesto c'è un significato profondo e radicato nella loro cultura.
Da appassionato di cultura orientale, e di Giappone nello specifico, credo leggerò questo libro appena possibile.
Complimenti
Saluti
Riccardo