Dettagli Recensione
Un titolo che puo deviare
Questa sarà una recensione critica che spero non venga mal interpretata. Ho totale rispetto per le religioni e chiunque le rappresenti, non sono anti-clericale e in questo periodo della mia vita mi trovo in un momento confuso per quanto riguarda il mio personale credo.
Detto questo vorrei cominciare con il titolo assegnato a questo libro che, secondo me, può trarre in inganno il lettore e avrei preferito che si intitolasse, visto il contenuto, "Guida alla conversione" o “Come convertirsi” e non "Il Miracolo della Conversione", poiché questo testo pare essere scritto con la pretesa di guidare il lettore alla conversione (ma chi dice che il lettore voglia convertirsi?) descrivendo come ci si deve convertire esclusivamente, mi pare “giusto”, secondo l'ottica Cattolica-Cristiana, liquidando in due righe le altre religioni senza argomentazioni approfondite sul perché non siano vere, dando per certo che quella Cristiana sia la VERA religione e che, per questo motivo, non esiste conversione in un'altra religione perché nel tempo si rivelerebbe fallimentare. Un libro, dunque, di propaganda cattolica e ricolmo di cattolicentrismo e per nulla neutrale: cosa che proprio non apprezzo in qualunque libro che tratti qualsiasi argomento, ma che era prevedibile visto il personaggio in questione.
Lo ammetto senza fronzoli: P. Livio Fanzaga non mi piace e se sono arrivato a questo distaccamento nei suoi confronti e proprio a causa sua. Allora perché ho letto questo libro? Per avere delle personali conferme su di lui, ma anche per capire meglio cosa scrive nei suoi libri, che vengono venduti solo grazie ai suoi radio-ascoltatori (e il direttore della nota Radio Maria).
Detto questo, mi chiedo: a chi è rivolto questo libro veramente? Io ancora non l'ho capito. Non l'ho capito perché lo scrittore si rivolge proprio a te lettore (“caro amico”, “entra nel tuo cuore” etc.) spiegandoti come TU, appunto, debba convertirti e come, secondo lui (ma forse è giusto non dire “secondo lui” perché per lui il relativismo è un male), tu ti senta prima e dopo la conversione, dando proprio per scontato che tu voglia convertirti quando il titolo, ed ecco perché non trovo adatto il titolo assegnato al testo, pare dire tutt'altro. Uno si aspetterebbe, proprio leggendo il titolo, un libro che raccoglie preziose testimonianze su alcune persone che hanno conosciuto questo gran miracolo della conversione o un approfondimento TEOLOGICO proprio sul significato della “conversione” riportando al limite testimonianze sulla vita dei santi (che sono guide fondamentali per i cristiani credenti) e tranne dei pochi riferimenti qua e la (su qualche santo) non c'è nulla di tutto questo.
Vi è, secondo la mia personale lettura, la pretesa di guidarti in un cammino che dovrebbe essere personale ed intimo descrivendoti come tu ti senti prima di giungere alla conversione cristiana (quando, invece, non mi sono mai sentito come lui dice, almeno mai ho sentito un inquietudine dentro al mio letto o un veleno malefico guardandomi allo specchio) e cosa devi fare per arrivare alla conversione nella religione Cristiana che, per lui, è VERA ed è l'unica via di verità al mondo. Ma un lettore vuole davvero un libro del genere? Ma, ancora peggio, come si può credere che un libro possa convertire quando ci sarebbe, al contrario, bisogno non solo di una persona che ti dia una testimonianza attraverso la sua vita, e non attraverso delle superflue parole, ma anche di una guida spirituale personale che ti stia vicina giorno per giorno? Ecco perché non capisco, al di la degli interessi economici dell'editore e dello stesso scrittore, il senso di questo libro e neppure a chi sia rivolto effettivamente, poiché chi già si è convertito cosa se ne fa di una pseudo-guida del genere mascherata da tutt'altro titolo? Deve compiacersi di essere riuscito a convertirsi sentendosi un eletto speciale? Proprio non lo so, senza contare che sarà un libro poco amato dagli atei o gli agnostici per il suo modo di porsi...
Qui, per chiarire, c'è solo Livio Fanzaga che scrive, scrive, scrive apparendo quasi come uno pseudo predicatore che utilizza metafore, similitudini, descrizioni ed esempi banalotti tanto per rendere d'effetto la lettura e, alcune volte, ripetendosi fastidiosamente – non so quante volta abbia detto e ridetto: “la vita è una sola”.
Unico pregio nel suo stile è l'essere diretto e asciutto, dote non da poco, ma il contenuto non mi piace proprio, specialmente se rapportato al titolo. Inoltre, mi chiedo: Fanzaga crede davvero di convertire attraverso degli scritti dicendo: fermati; entra in te stesso; apri il tuo cuore? Sembra davvero un atto presuntuoso fatto poi solo di parole senza testimonianze di fatti concreti.
Prima di conclude, se mi è permesso, vorrei citare due frasi estrapolate dal suddetto libro, quelle che mi hanno lasciato maggiormente attonito, ma lascio ad ognuno una libera interpretazione perché oh, posso benissimo aver mal interpretato, per carità.
- "Non esiste qualcuno che si trovi in una posizione di neutralità. O sei figlio di Dio o sei figlio del maligno."
- "Col dono della scienza imparerai a giudicare rettamente delle creature, vedendole in rapporto al Creatore e a usarle in ordine al tuo fine ultimo."
In definitiva, questo libro è una conferma assoluta di quello che ho sempre creduto di questo personaggio. Non mi piace e, personalmente, lo sconsiglio a chi vorrebbe un libro teologico e non, dunque, una guida quasi presuntuosa che inganna con un titolo spettacolare come "Il Miracolo della Conversione".
Secondo me ci sono autori teologici e religiosi che hanno più diritto di lui di essere letti dai credenti e che hanno dimostrato la loro grandezza non dietro a dei radio-microfoni o a una penna, ma proprio attraverso la loro vita confrontandosi con il diverso e senza scegliere con chi dialogare ma confrontandosi con tutti (credenti o non).
Tutta la recensione, come sempre, è solo un parere personale e mi scuso se io abbia disturbato qualcuno, ma non era questa la mia intenzione.
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Cerco anche io un libro sulle religioni (non solo sulla religione cattolica), ma che non sia di propaganda.
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