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Quando all'autore gli suda il cervello!
Succede, ad ognuno di noi, di riflettere sulla propria esistenza e porsi delle domande sul significato della vita. L’autore sostiene, nel suo saggio, che non è facile per l’umanità darsi delle risposte in quanto l’ essere è vittima di una realtà falsata; l’uomo vive di superbia, egocentrismo e non si accorge di essere un morto vivente. Acquistando coscienza, con l’esperienza della vita, intraprende un cammino avventuroso che lo condurrà su posizioni estreme; solo raggiungendo questi estremi avviene l’illuminazione della vera essenza della vita. I due estremi sono contrapposti: Felicità da una parte, disperazione dall’altra. Attraverso un percorso narrativo autobiografico, l’autore, ci spiega la sua scoperta di un nuovo mondo, fatto di sensazioni e meditazioni che lo portano a raggiungere la quiete dello spirito. Dopo questa dissertazione, la seconda parte del saggio, verte sullo spirito prendendo in oggetto lo studio dell’infinito in una ricerca con le varie implicazioni fisiche, filosofiche e religiose. L’autore afferma di avere raggiunto “La terza persona” attraverso la scienza. Confesso di essermi imbattuto in un saggio che per leggerlo occorre una forza di volontà non indifferente e se non ho smesso la lettura è stato solo per rispetto alla redazione di QLibri in quanto si tratta di uno dei tre volumi che avevo scelto. Ho tutto il rispetto per l’autore, per il sacrificio e l’impegno che ogni opera letteraria comporta, ma non condivido la scelta di utilizzare la scienza per raggiungere Dio; religione e fisica sono due cose diverse; la religione è interpretazione mentre la fisica è scienza. Lo stile dell’autore è confusionario, anche nel suo sforzo di renderlo chiaro con qualche esempio. Credo che all’autore gli sia sudato il cervello per scrivere questo saggio.
Siracusa 23-12-2012
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