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Storia di Cristo
 
Storia di Cristo 2008-09-05 04:21:08 galloway
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galloway Opinione inserita da galloway    05 Settembre, 2008
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Storia dell'Uomo

Posseggo la XVII edizione del 1957 di questa opera di Giovanni Papini, un libro che non ha perso la sua grandezza e che riletto a distanza di tanto tempo conserva tutto intatto il suo spessore letterario. Vallecchi riporta in libreria il libro più tradotto del primo Novecento italiano.

Uno dei «libri più entusiasmanti» che siano mai stati scritti sulla figura del Cristo: così ha di recente sottolineato Papa Benedetto XVI, nel suo Gesù di Nazareth. Pubblicato per la prima volta nel 1921 e più volte ristampato fino all’ottava edizione del 1985, “Storia di Cristo”, in libreria dal 29 novembre (Vallecchi, pp. 448; 20 Euro ), considerato il “libro della redenzione” dello scrittore più irriverente del Novecento italiano, ha avuto sin dall’inizio un successo planetario, tanto da essere tradotto in venticinque lingue, tra cui cinese, giapponese, l’arabo e perfino l’esperanto.

Scriveva Papini nella nota al lettore: «Cristo è sempre vivo in noi. C’è ancora chi l’ama e chi l’odia». Nel 1921 l’atto di fede del miscredente Papini giunse inatteso e sorprendente. Come fa notare il Cardinale Ennio Antonelli (nella Presentazione) “E’ impressionante constatare come il grido verso l’Assoluto attraversi la letteratura del ventesimo secolo, anche l’opera di molti autori che a prima vista potrebbero essere catalogati come atei e agnostici. Giovanni Papini, già nella fase della sua ribellione, implicitamente invocava Dio, con tutta la veemenza del suo carattere. La sua ostilità già portava il segno di un’insopprimibile nostalgia. Non si comprende questa “Storia di Cristo” se non si tiene presente che la ricerca dell’autore prende avvio dall’humus culturale di uno scetticismo che, pur brancolando nel buio, non può fare a meno di sentire il richiamo dell’Assoluto”.

Rileggere oggi la prosa di Papini è stato per me un riscoprire non tanto e non solo il valore di una scrittura che cerca di dar forma a contenuti ultraterreni nella figura del Figlio di Dio, quanto anche un ritrovare una forma linguistica nella quale il grande scrittore si cimenta nello stile dei grandi fiorentini della storia.

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