Dettagli Recensione
La serenità di un mondo scomparso
Da bambina, mio padre aveva l’abitudine, ogni sera, di mettermi sulle sue ginocchia e di raccontarmi una storia. Era un rito, qualcosa di rassicurante e inebriante insieme, per le cose che scoprivo e per quella saggezza concreta, esperita nel dolore della guerra, che mio padre mi trasmetteva come una testimonianza preziosa: unico suo prezioso lascito, custodito gelosamente in me dopo la sua scomparsa, ormai tanti anni fa.
Leggendo “ Il pane di ieri sono tornata con la memoria a quei tempi, a quella dimensione, sospesa fra la fanciullezza e l’età adulta, in cui un uomo buono e saggio riempiva il silenzio delle mie sere e quello mio, di bimba malinconica, con aneddoti sulla campagna del Monferrato. Motti dei contadini, vendemmie descritte come feste, cene fatte di poco o niente, ma cui non mancavano mai l’accoglienza e l’ascolto reciproci, erano il cuore di aneddoti che divertivano o facevano riflettere,e che mi scaldavano l'animo.
Questa pacata armonia l'ho ritrovata nelle pagine di questo libro. Come in un lungo e poetico racconto, Enzo Bianchi ci conduce, senza retorica né buonismo, in quella civiltà contadina del Dopoguerra, indissolubilmente legata alla terra , ai suoi ritmi e alle sue stagioni. Pur non negandone la durezza ( una grandinata improvvisa poteva rovinare,improvvisamente il duro lavoro di un anno nei campi),si coglie, nella descrizione dei vari riti come la vendemmia o la festa de paese, i momenti di gioia e quelli del lutto,una rasserenante armonia con la vita , con gli altri , con la natura stessa. Nessuna nevrosi nell'affrontare le avversità, nessun dolore che non si fosse preparati ad accogliere come parte stessa dell'essere vivi, sempre insieme agli altri, sempre insieme a qualcuno disposto a sorreggere e a dare una mano.
Era la comunità, il paese, a sopperire alle necessità e alle mancanze di ognuno, morali e materiali,; era un’epoca in cui il semplice sedersi attorno alla tavola a sgranare pannocchie o la preparazione della mostarda dal mosto e dalla frutta diventavano, per tutti, una fonte di gioia, un’occasione per stare insieme rallegrata sempre, come nella tradizione monferrina, da un buon vino forte.
Questo libro mi ha lasciato in dono una grande serenità, facendomi riflettere sulla freneticità con cui,oggi, consumiamo tutto senza “assaporarlo” veramente: il cibo, il tempo, l’amore, l'amicizia.
E' stato, per me, come una meravigliosa e rasserenante "fiaba vera".
Indicazioni utili
Commenti
15 risultati - visualizzati 1 - 10 | 1 2 |
Ordina
|
Grazie per le emozioni e il viaggio a ritroso nel tempo...
Complimenti!
15 risultati - visualizzati 1 - 10 | 1 2 |