Dettagli Recensione
Una lezione di SpiritualitA'
Inquadrare l'opera di Gibran in un genere ben preciso è piuttosto difficile. Non si può parlare di un romanzo, visto che la trama è quasi del tutto assente, non lo si può definire un trattato per la sua brevità e per il particolare linguaggio simbolico utilizzato dall'autore.
Almustafa, l'eletto di Dio, il profeta, prima di fare ritorno all'isola natia, lasciando la terra che per dodici anni l'aveva ospitato, vuole concedere agli abitanti di Orphalese una lezione di spiritualità.
Interrogato a turno dagli abitanti della città, dai più in vista ai più semplici, fornirà la propria soluzione agli interrogativi che assillano da sempre l'uomo, dall'amore alla morte, dal lavoro alla bellezza. Il linguaggio è scorrevole ma denso di metafore, un vero e proprio linguaggio profetico. Sebbene spesso le risposte di Almustafa siano più o meno condivisibili, in alcuni casi la matrice religiosa è molto evidente, il merito di questo libro è quello di farci riflettere, magari trovando soluzioni alternative rispetto a quelle proposte dall'autore; e per questo lo definirei un vero e proprio motore di pensiero. Magari il genere non piacerà a tutti, ma essendo molto breve (si legge in un paio d'ore) consiglio almeno di provare!
Concludo con una citazione:
"E io dico che la vita è davvero oscurità se non c'è slancio,
e ogni slancio è cieco se non c'è conoscenza,
e ogni conoscenza è vana se non c'è attività,
e ogni attività è vuota se non c'è amore."