Dettagli Recensione
Un ottimo romanzo
Romanzo avventuroso, sapientemente scritto dall'autore letterario di Jurassic Park.
La storia di Ibn Fadlan, emissario arabo partito per la Scandinavia, è una vicenda oscura, il cui testamento, scritto dallo stesso Fadlan, è passato tra tante mani, rimanendo oggetti di varie discussioni, traduzioni, e non facili ricostruzioni
Crichton, con Mangiatori di morte, ha voluto riprendere parte del manoscritto di questo viaggiatore di Bagdad, cercando di rimanere il più federe possibile al diario originare dell'autore, di cui oggi restano ambigui e sbiaditi frammenti, coniugando a a questo il poema epico nordico Beowulf,trasformando il tutto in un romanzo d'avventura avvincente.
La storia narra del giovane ambasciatore e scrittore Ibn Fadlan,, che da Bagdad, la "città della pace", compie un viaggio che lo porterà dalle tribù turche del Vicino Oriente al cuore dell'europa, fino alle coste della Scandinavia.
Sono i suoi compagni di viaggio a fare da cuore al romanzo. Il guerriero Buliwif e i suoi uomini. Figli di quel popolo che noi tutti conosciamo come i vichinghi. Popolo rozzo, molto dedito al sesso e alla spada, praticamente ignaro di cosa siano la lettura e la scrittura, come anche le più banali condotte igieniche e le tante formalità del loro colto compagno arabo.
Ibn rimarrà segnato per sempre dall'incontro con questi biondi guerrieri, verso i quali prova ammirazione e ribrezzo alternativamente. Stringerà amicizia con loro, descrivendoli nel proprio diario esattamente per come li vede. Un popolo sporco, ma anche coraggioso, impavido e deciso nell'affrontare le sfide. Saranno proprio queste ultime dote a risultare necessarie per il pericolo che sta giungendo dalle nebbie del Nord: un popolo primitivo, più animali che uomini, dalla dubbia origine, e dedito all'antropofagia sta per abbattersi sugli uomini del mare.
Per Ibn Fadlan, che non ha mai impugnato la spada prima di allora, e per il gruppo di Buliwif, non sarà un'impresa facile.
Quello di Crichton è un romanzo storico e avventuroso, che porta il lettore nei meandri di un'Europa tutt'altro che cristianizzata, con protagonista un personaggio lontano anni luce, per usi e costumi, dal popolo ben più pulsionale e selvaggio on cui condividerà il suo viaggio. L'autore ha fatto di quello che era un diario sbiadito, ingiallito e dubbiosamente ricostruito un romanzo accattivante, ma non certo facile da digerire per gli animi più sensibili, per via del sotto strato horror al suo interno e per la crudezza delle descrizioni.
Facilmente leggibile e di facile comprensione.
Dal libro di Crichton è stato tratto un film del 1999, Il tredicesimo guerriero. Film in parte controverso, soprattutto per la scelta del protagonista, l'ispanico Antonio Banderas, ma comunque un film godibile, che racchiude in sé l'essenza di crudezza, paura e ferocia del libro di Crichton. Non a caso, il regista fu niente poco di meno che John McTiernan, regista di "Predator". Non poteva esserci un uomo migliore dietro la macchina da presa.
Mangiatori di morte ci parla di un mondo che ci siamo lasciati alle spalle, pericolo e brutale, dove solo gli uomini forti possono vivere, lontano anni luce dal senso di civiltà e pulizia che conosciamo oggi. Per il lettore, significa intraprendere un viaggio verso terre dove ora giacono strade lastricate. Un mondo abilmente documentato sia da Ibn Fadlan, l'autore originale, e reso qui condivisibile per gli amanti della narrativa, senza eccessive modifiche, da Michael Crichton.