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Perso nel mondo
A leggere questa insolita biografia ci si ritrova in duplice compagnia. Se l’intento iniziale è quello di approcciare la figura del noto reporter , in parte perché orfani del grande Terzani, poche pagine, ma già il titolo è premonitore, saranno sufficienti per farci capire che avremo un altro compagno di viaggio: Erodoto. Lo potremmo definire l’alter ego del polacco, un vademecum , un prontuario, un pozzo di aneddoti, spesso inverosimili, dal quale attingere per comprendere i luoghi nei quali Kapuscinski si trova a lavorare, ma soprattutto un manuale di metodo. La difficoltà maggiore di un giornalista infatti è quella di capire la differenza che passa tra lui e gli altri, sempre, ma in particolar modo quando l’evento storico, magari sensazionalistico ( un attentato, fuoco, fiamme, morti) desta l’attenzione di un mondo globale avvolto in una cappa di presunta conoscenza mentre è tristemente ingabbiato nei suoi solidi e ottusi schemi culturali. Quelli che non permettono la reale comprensione di culture differenti, quelli che rischiano di decodificarle secondo un’ottica rovesciata rendendole altro da sé. In questo scritto Kapuscinski ripercorre dunque la sua vita da giornalista, un ramingo al pari degli aedi, teso più ad ascoltare che a riferire, un uomo che partendo dagli esordi timidi, impacciati e coatti delle tenebre del comunismo polacco giunge fino alla libertà generata dal movimento e dalla sete di conoscere e di comprendere. Un viaggio tra passato remoto e passato prossimo teso alla comprensione del presente. Consigliato a chi ha letto Erodoto e a chi non l’ho mai letto, a chi conosce Kapuscinski e a chi invece vorrebbe conoscerlo.
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Buona lettura