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Mediterraneo, oh Mediterraneo
«Il Mediterraneo è… Il Mediterraneo è… Il Mediterraneo… Resto così, con la penna a mezz’aria, in seria difficoltà, come quando da bambino, in piedi davanti alla lavagna, spostavo il peso da una gamba all’altra e intanto cercavo con la coda dell’occhio un compagno compassionevole… Il Mediterraneo è… […] È tutto quel che ho detto finora e tante altre cose. Sono le uova in conserva che dalla Turchia vanno in Spagna e i granchi che dall’Italia vanno in Russia. Sono i mercanti ebrei, armeni e greci che hanno bottega un po’ ovunque, a Barcellona, a Tangeri, a Messina, a Corinto, ad Alessandria. Sono tutte le imbarcazioni malandate che pullulano al largo delle coste greche, con i loro equipaggi sordidi ed eroici. Sono le torpediniere che l’Italia vende a tutti i suoi vicini dell’Est e che vengono consegnate in serie come salsicce. Sono le isolette dalle pareti scoscese su cui cresce una vegetazione inaridita dal sole ma che diffonde nell’aria un profumo d’incenso. Sono i turisti sballottati da un monumento all’altro, a cui tutti vendono souvenir, birra tiepida e cartoline. È la gente che muore di fame alle pendici del Partenone e gli imbecilli che si suicidano a Montecarlo. Ma il mediterraneo è soprattutto…»
Forse non tutti sanno che Simenon prima di essere stato un gran romanziere è stato anche un inviato, un giornalista, un reporter di gran talento. In particolare si è dedicato a questa attività tra gli anni tra il 1931 e il 1946, anni molto delicati per la nostra Europa ma anche anni in cui le emozioni non sempre sono riuscite a trovare la loro forma nella parola scritta. Ed è proprio cercando una così impossibile definizione di Mediterraneo che la narrazione ha inizio.
Ma non è semplice concludere quella frase “Il Mediterraneo è…”. Perché il Mediterraneo è tante cose, perché il Mediterraneo non è una cosa sola. E così Adelphi ci destina i primi articoli scritti dal romanziere nel 1934 mentre si trovava a bordo di una goletta italiana e inaugura una vera e propria stagione dedicata a questi reportage.
Quello che quindi colora queste pagine non è il classico Simenon a cui siamo abituati. È un Simenon non inedito al grande pubblico, diverso, inusuale ma comunque di gran piacevolezza. Le storie variano, sono tutte caratterizzate dal mare e dalla sua immancabile e pregiata prosa, una prosa che ancora una volta è precisa e minuziosa tanto da rendere vivido nella mente ogni dettaglio che viene costruito.
Non svelo altro su questo delizioso e inestimabile componimento perché merita una lettura intima, calorosa, personale che va semplicemente gustata.
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Stesso voto! :)